Chat. Messaggi. Conversazioni. Magari anche i classici “like”. Tutto può tornare utile. La Procura della Repubblica di Napoli scava nel computer del trentacinquenne di Meta indagato per adescamento di minori. L’uomo, dopo la denuncia di due ragazzini, è finito nei guai perché – stando alle ricostruzioni della polizia giudiziaria – forniva la disponibilità di un suo appartamento a coppie minorenni a caccia di un po’ di intimità e bollenti effusioni. In cambio poche decine di euro.
Una sorta di casa a ore per i baby amanti al centro delle indagini della Procura di Napoli che di recente ha ordinato il sequestro del personal computer dell’indagato. Secondo le ipotesi al vaglio degli inquirenti, l’uomo contattava i suoi clienti soprattutto attraverso i social network. Un giro che gli garantiva un discreto incasso fino a quando due fidanzatini di Napoli, dopo essere stati contattati dal trentacinquenne che proponeva loro il potenziale fitto del suo appartamento, non si sono fidati dell’offerta tanto da declinare l’invito. A seguire ci fu la denuncia che diede il via all’inchiesta. Difeso dagli avvocati Giovanbattista Pane e Biancamaria Balzano, l’uomo è pronto a dimostrare la propria completa estraneità ai fatti.
In precedenza, dopo la notifica dell’avviso di garanzia, i carabinieri di Napoli – su delega della Procura – eseguirono la perquisizione di uno studio di un commercialista della penisola sorrentina in cui il trentacinquenne – come accertato dai militari – lavora saltuariamente nelle vesti di collaboratore. Già in quell’occasione i carabinieri avviarono delle verifiche su computer e account del titolare della presunta “casa del sesso”. Accertamenti fondamentali per cercare riscontri alle dichiarazioni fatte dalle presunte vittime dell’adescamento.
Nel corso delle prossime settimane potrebbero essere sentiti anche i due ragazzini. Da valutare infatti l’attendibilità delle querele e del racconto fatto sulla “trattativa” avviata per l’utilizzo dell’appartamento.
CRONACA
6 gennaio 2017
Casa “a ore” per i minorenni, inchiesta sulle chat di un insospettabile di Meta