Torre del Greco. Uno sbaglio. Un madornale scambio di persona costato la vita a un fabbro di 23 anni, completamente estraneo alle logiche criminali. Per la morte di Vincenzo Cardone – a 18 anni di distanza – la procura della direzione distrettuale antimafia di Napoli vuole la condanna all’ergastolo per il killer Antonio Scognamiglio e il mandante Sebastiano Tutti e due condanne a 12 anni di reclusione per i pentiti Domenico Falanga e Antonio Mennella, grazie a cui gli investigatori sono riusciti a chiudere il cerchio delle indagini su una morte assurda e inspiegabile.
A morire sotto i colpi del commando di fuoco doveva essere, come rivelato proprio dall’erede del padrino di corso Garibaldi e dal picciuotto di via Lamaria, doveva essere Rosario Ramondo – pregiudicato noto come ‘o capuocchio – ritenuto da Sebastiano Tutti tra i responsabili dell’uccisione del fratello.
A essere crivellato da 5 colpi di pistola in via Litoranea toccò, invece, a Vincenzo Cardone la cui unica “colpa” fu quella di avere prestato la sua Vespa a Rosario Ramondo. Inutili i soccorsi e la disperata corsa verso l’ospedale Agostino Maresca: il cuore del fabbro – centrato da tre proiettili ai polmoni – cessò di battere prima dell’arrivo al pronto soccorso.
+++ leggi l’articolo completo OGGI su Metropolis Quotidiano +++