Il clan Loreto-Ridosso di Scafati voleva espandersi e con l’impresa di pulizia aveva deciso di arrivare fino alla Bingo di Salerno. Emerge dai verbali del collaboratore di giustizia Alfonso Loreto le cui dichiarazioni sono state rese in Procura Antimafia lo scorso maggio. Pasquale lo racconta al sostituto procuratore della Dda Giancarlo Russo nell’ambito delle estorsioni al Bingo di Scafati e Pompei. «Incontrai Pietro Palomba (amministratore delle sale) e gli chiesi di cambiarmi delle cambia-li provento dell’usura ed emesse da un costruttore di Scafati. Mi disse che non poteva accontentarmi, non aveva la disponibilità ed io non lo pressai più di tanto perchè dovevo prendere il lavoro al Bingo di Salerno», racconta Alfonso Loreto. Il gruppo, però, era arrivato a puntare alla città capoluo go grazie a minacce e alla complicità di un venditore di auto di Pompei amico di Gennaro Ridosso. L’imprenditore aveva un debito con Pietro Palomba di circa 50mila euro per l’acquisto di alcune autovetture. Macchine che poi sarebbero state rivendute a terzi con passaggi di proprietà giudicati artefatti.
CRONACA
17 gennaio 2017
Il clan di Scafati pensava in grande: i Loreto-Ridosso puntavano al Bingo di Salerno