Monopolio della camorra sui videopoker nei bar tra Castellammare, Scafati e Pompei. Macchinette imposte attraverso una ditta stabiese. Affari da capogiro: 80 euro al clan su ogni slot con guadagni mensili dai 3 ai 5mila euro per arrivare a una somma tra i 40 e i 50mila euro all’anno. C’è anche questo nelle rivelazioni che il collaboratore boss di Scafati Pasquale anch’egli pentito, ha fatto ai magistrati Giancarlo Russo e Maurizio Cardea della Dda di Salerno. Un altro aspetto del patto di ferro che ha legato dal 2007 in poi il clan scafatese dei Loreto-Ridosso alla cosca dei Cesarano, da sempre imperante a Ponte Persica, il rione di periferia che si estende tra Castellammare di Stabia e Pompei, nell’epoca in cui a guidarlo c’era Nicola Esposito, alias ‘o mostro, arrestato il 5 luglio 2014 e tutt’ora detenuto. Un affare che- sostiene il pentito- continua ancora adesso.
CRONACA
17 gennaio 2017
Racket dei videopoker tra Castellammare e Scafati, il pentito Loreto svela i rapporti col clan Cesarano