Arrestata la mamma del boss Franco Gallo, capo dei “Pisielli”. Annunziata De Simone deve scontare 5 anni e 4 mesi di reclusione per aver chiesto una tangente ai produttori di “Cattleya” per far girare alcune scene della serie televisiva Gomorra all’interno della villa di proprietà del ras del Penniniello. La donna, che era sottoposta agli arresti domiciliari a casa di una parente a Pompei, ieri di buon mattino si è vista arrivare i carabinieri a casa che le hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il provvedimento scaturisce dalla condanna definitiva a suo carico per l’estorsione ai produttori di Cattleya: 5 anni e 4 mesi. Per lo stesso reato, il marito Raffaele Gallo (già in carcere) è stato condannato a 5 anni e 8 mesi mentre il boss Franco ‘o Pisiello ha incassato 6 anni.
Anche i giudici della Corte di Cassazione, a dicembre scorso, hanno confermato le condanne inflitte in secondo grado. Per i giudici ermellini, la famiglia Gallo impose a “Cattleya”, il pagamento di un importo maggiore rispetto a quello pattuito (30mila euro con regolare contratto). La difesa dei tre imputati aveva impugnato la sentenza in Cassazione chiedendo di considerare le intercettazioni ambientali in carcere non ammesse al processo di secondo grado. Secondo i legali della famiglia Gallo, in quelle intercettazioni non emergeva quanto invece contestato dall’Antimafia. Una posizione contrastante rispetto a quanto invece scrivono i giudici nella sentenza di Appello: «Mostrano tensione prima di incontrare Raffaele Gallo», riferendosi all’incontro dei produttori con il padre del boss. Per i giudici, infatti, i dipendenti della Cattleya conoscevano bene il carisma criminale di Franco Gallo. I produttori dovevano incontrare la famiglia del ras perché avevano deciso di girare alcune scene del film all’interno della villa di un vero boss. Il “location manager”, Gennaro Aquino, racconta allo sceneggiatore di “Gomorra” un «fatto omicidiario riferibile ai Gallo». Proprio per questo – si legge nella sentenza -, i dipendenti della società cinematografica «esternano ossequio e mostrano preoccupazione».
Poi la condanna e ora l’ordine di carcerazione per Annunziata De Simone.