Ercolano. Quando i vigili del fuoco hanno sfondato la porta del suo “basso” al civico 29 di via Giardini – traversina del centro storico di Ercolano – l’hanno ritrovata distesa sul pavimento. Il suo corpo era avvolto in una coperta di lana e attorno a lei c’era un fortissimo odore di gas.
Immagini della tragedia tinta di giallo costata la vita a Salvatrice Nogaretto, la 46enne di Ercolano ritrovata morta – per ragioni ancora tutte da chiarire – all’interno del suo appartamento situato nei pressi di via Dogana, a due passi dal mercato.
La donna viveva da sola. Ma era sparita dalla circolazione da qualche giorno. Davanti alla piccola porta d’alluminio della sua abitazione aveva lasciato una cassetta con sei bottiglie d’acqua naturale e le sue pantofole. Vicini e parenti non avevano sue notizie da giorni ormai.
Almeno fino a martedì pomeriggio, quando alla centrale operativa dei carabinieri è arrivata una segnalazione anonima. «Venite a controllare a via Giardini, c’è una forte perdita di gas», il messaggio arrivato ai militari dell’arma.
I militari dell’Arma – guidati dal tenente Gianluca Candura – sono immediatamente arrivati sul posto. Dopo aver provato a bussare alla porta senza ricevere risposta, gli uomini in divisa hanno avvertito il forte odore di gas nei pressi dell’abitazione.
Immediata è scattata la chiamata ai vigili del fuoco. I pompieri hanno forzato prima la porta di alluminio giallo, poi quella di legno che dava accesso al basso aggrappato in cima a due scalini di cemento. Una volta entrati, gli uomini in divisa si sono ritrovati di fronte il corpo senza vita della 46enne. Secondo i primi rilievi effettuati pare che il decesso fosse avvenuto circa 24 ore prima del blitz degli uomini in divisa. Sul corpo della donna non sono stati ritrovati segni di violenza e su porte e finestre non c’era nessun segno di effrazione.
L’ipotesi del suicidio è stata subito scartata dai carabinieri. Da un rapido controllo incrociato con la banca dati dell’azienda che gestisce il servizio di erogazione del gas è emerso, infatti, che la donna non avevano nessun contratto per la fornitura energetica e nella sua abitazione non era presente nemmeno una stufa capace di sprigionare le esalazioni avvertite durante i controlli.
I carabinieri hanno accertato che nei pressi della casa della donna è presente un contatore con delle condotte collegate alle abitazioni vicine. Da successive verifiche è poi venuto fuori che l’azienda aveva registrato una perdita di gas in quella zona. Un danno che – secondo quanto ribadito dalla ditta ai carabinieri – non sarebbe però stato in grado di produrre esalazioni tali da causare la morte della donna.
Una vicenda a tinte fosche che ha spinto il pubblico ministero a disporre sia il sequestro dell’abitazione di via Giardini sia della salma di Salvatrice Nogaretto. Sarà l’autopsia sul corpo della 46enne a chiarire se si è trattato di un decesso generato da cause naturali oppure di una tragedia che si sarebbe potuta evitare.
Indagini attese con ansia anche dai familiari della 46enne. «Mia sorella non era malata – afferma Davida Nogaretto – L’avevo incontrata qualche giorno fa e non c’era nulla di strano in lei. Non credo che si sia trattato di una morte naturale. Io e i miei familiari siamo pronti a tutto pur di andare a fondo in questa storia, vogliamo che venga fatta giustizia».