• Metropolis
  • Redazione
  • Abbonamenti
  • Metropolis
  • Redazione
  • Abbonamenti
  • Redazione
  • Abbonamenti
  • Giornale
  • Redazione
  • Abbonamenti
  • Giornale
Metropolisweb
Google Play App Store
    • Home
    • Giornale
    • Multimedia
    • Menu
      • Cronaca
      • Sport
      • Young
      • Agorà
      • Cultura
      • Gusto
      • Tecnomania
      • Benessere
      • Agreen
      • Arabiafelix
    • Abbonati
    • Login
    • Home
    • Giornale
    • Multimedia
    • Menu
      • Cronaca
      • Sport
      • Young
      • Agorà
      • Cultura
      • Gusto
      • Tecnomania
      • Benessere
      • Agreen
      • Arabiafelix
    • Abbonati
    • Login
  • Home
  • Menu
    • Cronaca
    • Sport
    • Multimedia
    • Young
    • Agorà
    • Cultura
    • Gusto
    • Tecnomania
    • Benessere
    • Agreen
    • Arabia Felix
  • Home
  • Menu
    • Cronaca
    • Sport
    • Multimedia
    • Young
    • Agorà
    • Cultura
    • Gusto
    • Tecnomania
    • Benessere
    • Agreen
    • Arabia Felix
Torre Annunziata, da killer del clan Gionta a pittore: Tituccio dipinge per beneficenza
CRONACA
23 gennaio 2017
Torre Annunziata, da killer del clan Gionta a pittore: Tituccio dipinge per beneficenza
metropolisweb

Il pennello scivola lentamente sulla tela. Una goccia di rosso, poi il bianco, una manciata di giallo e infine l’azzurro. Colori forti, vivi, caldi: non c’è spazio per il nero o il grigio, «sono solo tonalità tristi, servono ad immortalare la notte, ma qui è sempre buio, quindi meglio la luce».

Intere giornate trascorse davanti a una garza bianca, mattinate passate a miscelare colori, a disegnare e verniciare, a scegliere la velatura perfetta o il pennello giusto, per dare forma a personaggi di una realtà rimasta ferma al 1991. Il tempo si è fermato per Tito Tammaro. Le lancette del suo orologio si sono bloccate all’8 novembre del 1991 quando ha varcato la porta del carcere di Secondigliano. Per lui i giudici hanno sentenziato «fine pena mai».

Ergastolano per 416 bis, detenzione di armi e droga, omicidi e estorsioni. Tituccio era il braccio destro di Valentino Gionta, il capo storico e fondatore del sodalizio criminale di palazzo Fienga. Un’amicizia “scomoda” che sta pagando in cella. Oggi rinchiuso nel carcere di Spoleto continua a dipingere. Lo fa senza fermarsi da oltre 25 anni, non ha altro a cui aggrapparsi e reinventarsi artista è l’unica via di uscita per trascorrere il tempo.  Lo scorso anno, a una mostra nel Museo Nazionale del Ducato di Spoleto, ha esposto nove dei suoi dipinti, per tre giorni. Ora quei quadri vengono messi in vendita. O meglio questa sarebbe la richiesta che l’ergastolano ha avanzato per devolvere il ricavato a chi ne ha bisogno, sostenendo magari i bambini del reparto di oncologia. Una richiesta che per ora resta congelata, come quella di poter partecipare alla mostra che già lo scorso anno gli fu negata. «L’ergastolo vuol dire ammazzare la vita non solo di chi lo sconta, ma anche dei suo affetti più cari» urla dalle colonne del suo blog l’ex soldato dei Valentini. 

Tammaro disegna bambini che si tengono per mano mentre passeggiano sorridenti ma nei dipinti ci sono anche volti tristi, i volti dei suoi familiari, della nonna e anche sua nipote. Nei suoi quadri c’è la voglia di riscatto ma soprattutto quella di respirare la vita reale, non quella racchiusa nei suoi sogni. Disegni dolci, carichi di significato e dove gli orrori della camorra, gli anni della faida, non compaiono. Come se quell’uomo non avesse mai avuto a che fare con la criminalità nonostante non si sia mai voluto pentire.

Da killer a pittore, dalle pistole e dai carichi di cocaina a pennelli e colori. Ma non solo: in cella Tituccio ha anche scritto un libro in versi, insomma un artista come il boss-poeta Aldo Gionta che da tempo ha scritto una commedia teatrale. Capi spietati che diventano romanzieri. Un modo forse per ripulirsi in parte la coscienza. «Quando i colori del cielo ogni giorno accendono la loro luce, io mi ritrovo stano nelle ore dei loro trascorsi, e vorrei che i miei affanni fossero ripagati dal mio impegno nell’inseguirli, e di non essere soffocato nei loro inganni. Amo la mia vita, nonostante i mali che l’affliggono. Vorrei essere un uragano, e con tutte le mie forze scacciare via tutti i suoi mali, che fanno dei suoi vissuti il dolore più immane» scrive il killer-pittore. Non chiede perdono, non lo ha mai fatto, non si pente di aver impugnato armi, di essersi sporcato le mani di sangue. Ma ora spera in un’altra vita: ritornare utile per chi soffre. Vendere le sue opere e donare il ricavato per i bambini, i poveri, a chiunque, così da dare una speranza in più per continuare a sopravvivere. Anche per lui, dietro le sbarre.  Per sempre, fino alla morte.

De Bruyne: “Odio perdere, faremo grandi cose”
SPORT
De Bruyne: “Odio perdere, faremo grandi cose”
metropolisweb 
14 giugno 2025
"Sono un giocatore che vince, voglio vincere le partite. Sono sempre stato così, odio perdere. Il Napoli ha vinto lo scudetto, sono in Champions Leagu...
this is a test
Il Sorrento riparte da Conte
SPORT
Il Sorrento riparte da Conte
metropolisweb 
14 giugno 2025
Il Sorrento Calcio 1945 S.r.l. rende noto che a partire dal primo luglio 2025 il nuovo allenatore della prima squadra sarà Mirko Conte. Conte, nato a ...
this is a test
Peda, voglia matta di Juve Stabia ma l’ostacolo è il Palermo
SPORT
Peda, voglia matta di Juve Stabia ma l’ostacolo è il Palermo
Michele Imparato 
14 giugno 2025
Nel mondo del calcio, le carriere dei calciatori sono spesso imprevedibili, fatte di ascese, trasferimenti e ritorni. Tra le fila del Palermo, un dife...
this is a test
Google Play App Store
Google Play App Store
metropolisweb.it @2017-2018-2019-...-2025 - Tutti i diritti riservati - Citypress Società Cooperativa - Privacy Policy
Level Double-A conformance, W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0
Please support this website by adding us to your whitelist in your ad blocker. Ads are what helps us bring you premium content! Thank you!
Disabilita Adblock per continuare a vedere il sito.    

X