Torre del Greco. «Avevamo comprato il coltello a serramanico proprio per mettere a segno la rapina: avevamo bisogno di qualche spicciolo per comprare le sigarette». è la spiegazione fornita da R.M. – il diciannovenne a capo della baby-gang di rapinatori arrestata nel week-end dagli agenti di polizia del locale commissariato – ai giudici del tribunale di Torre Annunziata per “giustificare” l’assalto armato ai danni di un quindicenne in corso Vittorio Emanuele: «Era il nostro quinto colpo – le parole dell’insospettabile incensurato, assistito dall’avvocato Maria Laura Masi – Raid organizzati solo per racimolare qualche spicciolo per la serata».
Una vera e propria confessione che R.M – grazie alla sua fedina penale immacolata e alla scelta di patteggiare la pena – ha pagato con la condanna a solo un anno e 8 mesi di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale della pena. Al termine del procedimento giudiziario, il diciannovenne è stato rimesso immediatamente in libertà.
Dovranno, invece, restare chiusi in casa i suoi due complici – S.G. e P.C. rispettivamente di 16 anni e 15 anni, entrambi baby-calciatori – in un primo momento accompagnati al centro di prima accoglienza dei colli Aminei. Assistiti dall’avvocato Amato Del Giudice, i due minorenni hanno spiegato come gli assalti armati fossero diventati un “diversivo” per trascorrere il week-end: un diversivo costato la “punizione” della permanenza in casa per i due minorenni, autorizzati a lasciare le proprie abitazioni solo per andare a scuola. Dunque, niente allenamenti e niente partite di calcio fino all’eventuale decisione del giudice del tribunale per i minorenni di “allentare” la misura cautelare a carico dei due baby-atleti.
I tre rapinatori in erba erano stati arrestati per un colpo messo a segno sabato sera a due passi dalla villa comunale: il terzetto aveva aggredito un quindicenne e – sotto la minaccia di un coltello a serramanico, impugnato dal capo della banda – aveva provato a mettere a segno l’ennesimo raid. Un raid sventato dal provvidenziale intervento degli agenti di polizia guidati dal primo dirigente Davide Della Cioppa, pronti a stroncare sul nascere la “carriera criminale” dei baby-calciatori con il vizietto delle rapine.