L’udienza preliminare per l’omicidio del carrozziere Gegè Tura De Marco, ucciso a febbraio dello scorso anno nella casa di piazza Matteo d’Aiello a Salerno e per il quale sono imputati il reo confesso Luca Gentile e la figlia della vittima accusata di favoreggiamento, parte tra tensioni, insulti e aggressioni. Tutto nasce quando il 22enne salernitano- assistito dagli avvocati Gino Gassani ed Enrico Lizza- decide di rendere dichiarazioni spontanee al giudice Stefano Berni Canani. Nella sua deposizione Luca Gentile fa riferimento all’inclinazione sessuale del suocero oltre ad etichettarlo come «ubriacone».
A quel punto interviene il fratello della vittima, presente all’udienza, e inveisce contro l’assassino di Gegè De Marco e contro un avvocato parte civile nel procedimento penale accusato che non avrebbe fatto nulla per intervenire contro il reo confesso. Non lo poteva fare perchè Gentile stava rendendo dichiarazioni spontanee e quindi non utili al procedimento.
E’ intervenuto il giudice Stefano Berni Canani che ha invitato tutti alla calma ma lo stesso fratello del carrozziere ha aggredito verbalmente il magistrato con parole offensive e lesive dell’immagine di Berni Canani.