Torre del Greco. Non c’è solo il secondo rimborso-elemosina del 2% a tenere alta l’attenzione sulla società di fatto formato dagli armatori-vampiri della Deiulemar compagnia di navigazione.
In attesa del via libera all’invio degli assegni con cui distribuire i circa 16 milioni di euro già messi a disposizione dalla curatela fallimentare – il nodo della discordia, al momento, potrebbe essere rappresentato dalla scelta della filiale della Credem da cui emettere i circolari – i riflettori di legali e comitato dei creditori sono puntati su un tesoretto da circa 80 milioni di euro attualmente “congelato” nella cassaforte della Sdf. Congelato perché “conteso” agli obbligazionisti direttamente dall’agenzia delle entrate, teoricamente privilegiata rispetto all’esercito di “semplici” vittime della cosiddetta Parmalat del mare.
Ma l’eventuale chiusura in tempo stretti del processo di secondo grado ai 7 responsabili della bancarotta fraudolenta da 800 milioni di euro potrebbe rimettere tutto in discussione. Stavolta, in favore degli ex obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione.
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