CRONACA
Racket, spaccio e guerra di camorra: scattano 17 arresti
metropolisweb
Rifiuti, il rebus-spazzamento: notte di tensione a Torre del Greco
Alberto Dortucci
Ercolano. Natale Suarino fa parte del clan Ascione-Papale, ma non è un boss. E’ quanto stabilito dalla Corte d’Appello del tribunale di Napoli nel processo che vede alla sbarra l’imprenditore 50enne di Ercolano. Condannato in primo grado a 9 anni di carcere, Natale ‘e cicciariello – questo il soprannome di Suarino – ha incassato uno sconto di pena in appello portando a casa 8 anni di cella per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.
Per l’imputato – difeso dagli avvocati Anna Sannino e Antonio Rocco Briganti – è caduta l’accusa di essere il capo dell’organizzazione criminale. Natale Suarino venne arrestato all’alba del 26 febbraio 2015. A suo carico l’infinita serie di accuse mosse dai pentiti un tempo vicini al clan Ascione-Papale. I collaboratori di giustizia – nei loro verbali – avevano indicato in Suarino una figura importante nello scacchiere della cosca e molto vicina al boss Natale Dantese, capo indiscusso degli Ascione negli ultimi anni della faida di camorra.
Accuse confermate dai giudici che hanno anche stabilito, a margine del verdetto, il risarcimento che l’imputato dovrà riconoscere alle parti civili, tra cui il Comune di Ercolano e l’associazione anti-racket. I legali dell’imputato hanno già annunciato ricorso in Cassazione. Qualora il verdetto venisse confermato dai giudici ermellini, Suarino potrebbe essere scarcerato tra 6 anni, visto che ha già scontato 2 anni di cella.
metropolisweb.it @2017-2018-2019 – Tutti i diritti riservati – Editrice Citypress Società Cooperativa – Privacy Policy
Open in new tab