Una piscina costata 3 milioni di euro con fondi pubblici, che attende ancora di essere inaugurata dal post terremoto. Una scuola (tra le prime dieci in Italia per l’offerta formativa, secondo una statistica del Sole 24ore) che, dopo aver pagato per anni i disagi della chiusura della strada per la presenza di una cava di tufo, è costretta a negare lo sport ai bambini del territorio perché la palestra è inagibile (e così il teatro chiuso da due anni). E un’area destinata al carico e scarico dei rifiuti per i furgoni dell’Asìa, collocata a pochi passi da case e negozi. Non siamo nella periferia più degradata di Napoli, ma in quella che da sempre è considerata la zona «in» di Stella San Carlo all’Arena. Via Nicolardi, lunga striscia d’asfalto che collega la rotonda all’incrocio con viale Colli Aminei a via Vecchia San Rocco. Qui le istituzioni sembrano essersi dimenticate di residenti e commercianti, ma soprattutto dei tanti bambini e ragazzi del quartiere a cui da mesi è stata negata una delle attività principali per la crescita, lo sport. Per questo ieri una delegazione di genitori, associazioni sportive e Municipalità hanno inscenato una protesta pacifica all’ingresso dell’istituto comprensivo Novaro-Cavour. La palestra della scuola è stata chiusa infatti lo scorso settembre dagli uffici dell’Asl per infiltrazioni. Ma per un rimpallo di responsabilità tra servizio tecnico municipale (dove da pochi giorni è stato nominato il nuovo dirigente) e Amministrazione centrale la situazione è all’impasse. Nel frattempo bambini e ragazzi hanno dovuto rinunciare a calcetto, pallavolo e basket. «Le nostre attività, rivolte a minori dai 6 anni in su – spiegano Luigi Annunziata e Armando Pierri dell’Agca e dell’Us Napoli – sono bloccate da mesi. In alcuni casi ci siamo dovuti appoggiare ad altre strutture ma con grossi disagi per i ragazzi e le loro famiglie». «Siamo indignati – gli fa eco Anna Gallo, rappresentante dei genitori – perché i nostri figli, oltre 600 ragazzi, non possono più praticare sport». Eppure una valvola di sfogo per lo sport ai Colli Aminei doveva essere la piscina da 3 milioni di euro costruita nell’ex area container dove dopo il terremoto del 1980 si sistemarono gli sfollati. Invece, ad oggi, tutto è fermo. E i bambini del quartiere vanno altrove a fare nuoto. «Oltre alla palestra chiusa da 6 mesi – tuonano i consiglieri municipali del PD Valeria Vespa, Gennaro Acampora e Mario Capuano – ai ragazzi del territorio è stato interdetto anche l’uso del teatro, perché il Comune non aveva in cassa 25mila euro per completare i lavori alla pavimentazione. I fondi ci sono, perché nel 2015 con l’approvazione del precedente Consiglio municipale furono stanziati negli accordi quadro». Intanto sulle pareti della scuola, accanto ai tetti pericolanti, ci sono le foto di atleti come Cristina Chirichella, campionessa italiana di pallavolo, che ha mosso i primi passi proprio alla Cavour. «Coltiviamo talenti ma vengono stroncati sul nascere – dice Paolo Licciardi, docente di Educazione fisica – abbiamo dovuto far rinunciare a 300 bimbi delle elementari al progetto del Coni per l’avviamento allo sport perché non abbiamo spazi». Tutto questo mentre al piano direttamente sopra la palestra c’è un auditorium abbandonato dove il vecchio palcoscenico donato dall’ex ministro Paolo Cirino Pomicino giace – ridotto a ferraglia – in mezzo a una discarica improvvisata sui tetti dell’istituto in attesa che qualcuno venga a rimuoverlo. E mentre all’esterno gli spazi di fronte alla scuola sono stati assegnati all’Asìa per il carico e lo scarico dei rifiuti.
CRONACA
10 febbraio 2017
Colli Aminei, sport negato ai ragazzi: palestra della Cavour-Novaro chiusa da settembre