Le locandine di tutti e 97 film in cui ha lavorato, il famoso baule dal quale non si sperava mai, la bombetta, gli abiti di scena, il cerone, le video e foto sbiadite dei ricordi di giovinezza, quelle con gli amori della sua vita e con tanti compagni d’avventura sui set. Uno scrigno prezioso che, per la prima volta, da quando è morto tutti potranno ammirare, com’è giusto che sia nel caso di uno dei più grandi artisti del novecento. Questo, e tanto altro è il materiale che verrà esposto nella mostra “Totò Genio”, a 50 anni dalla scomparsa del principe della risata, che aprirà i battenti il 12 aprile e rimarrà aperta fino al 9 luglio. L’esposizione, che è stata presentata ieri in Sala Giunta a Palazzo San Giacomo, sarà allestita al Maschio Angioino, a Palazzo Reale e a San Domenico Maggiore. Curata da Vincenzo Mollica e da Alessandro Nicosia, la rassegna approderà poi anche all’estero. I primi contatti sono stati presi con l’Argentina. Una mostra che il sindaco Luigi de Magistris e l’assessore comunale alla Cultura Nino Daniele non hanno esitato a definire monumentale e che è stata possibile grazie alla collaborazione dell’associazione Antonio de Curtis, in arte Totò, rappresentata da Elena Articoli, figlia di Liliana de Curtis e nipote dell’attore. «Porto il saluto di mia madre – ha detto Elena – che mi ha passato il testimone e l’onore di portare avanti il lavoro da lei svolto in tutti questi anni. La nostra associazione si è costituita un anno fa per dare finalmente stima e rispetto alla memoria di mio nonno, come si merita da grande artista del novecento qual è stato. Vincenzo Mollica, che è uno dei curatori della mostra, è sempre stato un grande cultore del nonno e sono felice che questa iniziativa parta proprio da Napoli, perché mia madre ha sempre combattuto per riportare Totò nella sua città». La mostra si inserisce nel Maggio dei Monumenti che, come ha spiegato l’assessore Daniele, quest’anno è dedicato al principe della risata: si chiamerà infatti ‘O Maggio a Totò. A illustrare nel dettaglio le sezioni della mostra è stato Alessandro Nicosia, l’altro curatore insieme a Mollica. «Oltre al supporto e ai materiali di Mollica e di Goffredo Fofi, che ha il merito di aver fatto rivalutare la figura di Totò, fondamentale è stato il contributo dei prestatori, che hanno conservato testimonianze preziose dell’artista. Tra questi Istituto Luce, le Teche Rai, l’Archivio Zavattini, il Fondo Vincenzo Cerami, l’Ambasciata del Principato di Monaco e tanti altri». «In Totò c’è l’emblema di tutta Napoli – ha concluso de Magistris – Napoli e Totò sono inscindibili, perciò seguiremo la mostra ovunque andrà. La nostra città sta vivendo il suo riscatto attraverso la cultura e questa mostra ne è ulteriore dimostrazione. Specie perché sarà allestita in tre luoghi importanti della città. Quando vedi Totò vedi te stesso e ciascuno di noi vi si immedesima. Per me Totò è stato e sarà sempre il numero uno e l’orgoglio di Napoli».
CRONACA
21 febbraio 2017
«Totò Genio», una mostra a 50 anni dalla morte