Svolta nella battaglia portata avanti dalla famiglia di Tiziana Cantone per ottenere la cancellazione dalla rete dei video hard che portarono la 31enne al suicidio il 13 settembre 2016 a Mugnano. A seguito del reclamo presentato dalla madre di Tiziana, il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato le verifiche di competenzâaâ chiedendo ai principali motori di ricercaâ, âGoogle e Yahooâ, âdi giustificare le ragioni per le quali sugli stessi risultino ancora indicizzate pagine sulle quali sono pubblicate immagini o video pornografici associati al nome di Tiziana Cantone. In particolare, il Garante ha chiesto a Microsoft Corporation Inc.â, âtitolare del motore di ricerca Yahooâ,â e a Google Inc.â, âtitolare del motore di ricerca Googleâ,â non solo di riscontrare le richieste formulate daâ Maria Teresa âGiglio, âmadre di Tiziana Cantone, âma anche di indicare quali sistemi abbiano usato e quali intendano in futuro utilizzare per la deindicizzazione delle pagine che illegittimamente pubblicano video o immagini pornografiche associandole al nome di Tiziana Cantone.â Maria Teresa Giglio, che ha recentemente nominato quale proprio difensore nei procedimenti penali in corso l’avvâocatoâ romano Giuseppe Marazzita, è assistita nel procedimento davanti all’Autorità per la protezione dei dati personali dall’amministrativista napoletano Andrea Orefice.
CRONACA
23 febbraio 2017
Tiziana Cantone, Garante della Privacy contro Yahoo e Google: “Ci sono ancora indicizzati siti con il suo video”