Nell’ultima tornata elettorale non sono riusciti a espugnare Palazzo de Fusco. Il Movimento 5 Stelle, nel 2014, non piazzò neanche un consigliere comunale nel comune mariano. I grillini puntarono sul giovane ingegnere informatico Fabio Liguori che ottenne circa mille voti, mentre la lista M5S raggiunge quota 672 preferenze.
Quando mancano pochi mesi al voto, gli attivisti pompeiani non hanno ancora sciolto le riserve sulla possibile discesa in campo per le prossime comunali. «E’ ancora in corso un confronto tra di noi», ha spiegato l’allora candidato sindaco e attivista Fabio Liguori, «stiamo seguendo una serie di passaggi per valutare se ci siano o meno le condizioni per partecipare alle elezioni». Una fase di valutazione iniziata già da qualche settimana e che si sta concentrando, innanzitutto, sugli obiettivi per la città. Fabio Liguori non si sbilancia: «Intorno al 10-15 marzo dovremmo essere pronti per la decisione finale». Ancora un paio di settimane, quindi, per raccogliere le eventuali disponibilità dei grillini a giocare questa nuova partita elettorale.
«Sui possibili programmi per la città, posso solo dire che ripartiremo dal programma 2014», continua Liguori, «potrebbe sembrare strano ma la verità è che moltissime cose in città sono rimaste praticamente ferme. Sarà la nostra base di partenza ma puntiamo ad approfondire alcuni punti». All’epoca tra i punti salienti del programma c’era la difesa del fiume Sarno, l’attenzione per l’agricoltura come volano dell’economia pompeiana, la salvaguardia del verde pubblico, l’idea di un bilancio partecipativo, chiaro e trasparente. Nei mesi dell’amministrazione Uliano, il Movimento ha cercato di svolgere un ruolo di controllo sulle attività del palazzo. Ad esempio, con la battaglia per la diretta streaming dei consigli comunali.
«Si è trattato di un’esperienza non positiva per la città», commenta l’attivista, «perché l’amministrazione era prigioniera delle scelte fatte in campagna elettorale». Per Liguori «i carrozzoni politici non pagano mai. Quando si mettono insieme troppe liste e troppi candidati solo per una questione di numeri, l’unico risultato possibile è il fallimento. E a risentire di queste scelte, alla fine, sono sempre i cittadini». «La linea del M5S, qualora il gruppo decidesse per l’impegno diretto per questa tornata elettorale, sarà la stessa. Un’unica lista e un’unica visione di città condivisa tra i candidati in campo», conclude Liguori, «oltre all’obiettivo primario. Quello di stimolare la cittadinanza alla politica attiva».