Torre del Greco. Fu il padre Francesco Palomba a regalare alla città il raro gioiello di archeologia industriale realizzato nel 1911 a ridosso del porto di Torre del Greco: un complesso storico-architettonico diventato un simbolo della città del corallo, grazie ai caratteristici silos in mattoni rossi e all’indotto assicurato dalla produzione di farina.
Era il 1989 e l’avvocato con la passione per la politica investì due miliardi delle vecchie lire per salvare gli undici immobili costruiti su un’area di 9.000 metri quadrati: «Non si trattò semplicemente di un’operazione economico-finanziaria: l’acquisto degli ex Molini Meridionali Marzoli ebbe un’importante valenza sociale perché garantì la salvezza di 50 lavoratori», racconta Giovanni Palomba, figlio dell’indimenticato sindaco degli anni Novanta e oggi capogruppo del Nuovo Centrodestra a palazzo Baronale.
Un ricordo accompagnato da una fiera certezza: «Gli ex Molini Meridionali Marzoli sono un patrimonio di tutta la città, perché rappresentano la storia di Torre del Greco», lo scatto d’orgoglio davanti alla decisione del sindaco Ciro Borriello di mettere in vendita il gioiello di via Calastro.
Il provvedimento è destinato a sbarcare giovedì in consiglio comunale – il primo del 2017, dopo 90 giorni di trattative all’interno della maggioranza per scongiurare l’ennesima crisi – per il via libera definitivo. In aula Giovanni Palomba – così come i restanti esponenti dell’opposizione – promette di alzare le barricate: «La storia insegna: i Palomba sono abituati a comprare, mai a vendere», la battuta per stemperare la tensione scatenata in municipio dall’impopolare scelta dello sceriffo di via del Monte.
Ma la questione è seria. E l’erede dell’ex sindaco Francesco Palomba torna subito critico: «Concordo con il primo cittadino quando afferma che la classe politica non è stata capace fino a oggi di mettere in piedi un adeguato progetto di rilancio, ma la vendita rappresenterebbe un atto di resa – sottolinea Giovanni Palomba -. Il sindaco e la sua maggioranza non si possono permettere il lusso di dare un calcio alla storia di Torre del Greco: gli ex Molini Meridionali Marzoli sono un patrimonio di tutti i cittadini. Anziché pensare alla vendita, cerchiamo una soluzione percorribile per fare rinascere l’intero complesso».
Una caccia lunga trent’anni, fino a oggi senza frutti: «All’epoca dell’acquisto si era pensato alla realizzazione di un museo civico, successivamente alla cittadella del mare – sottolinea Giovanni Palomba, in scia alle argomentazioni spese dall’ex segretario cittadino del Pd Vittorio Cuciniello a difesa del gioiello di via Calastro – Il sindaco lamenta gli eccessivi costi di un’eventuale ristrutturazione e riconversione degli immobili a spese del Comune, ma bisognerebbe scandagliare tutte le possibilità legate ai fondi europei. Abbiamo un ottimo assessore ai finanziamenti europei (il vicesindaco Romina Stilo, ndr) e mi aspettavo un’idea progetto per rilanciare gli ex Molini Meridionali Marzoli e non consegnare un simbolo della nostra città ai privati, magari investitori stranieri pronti a calpestare la nostra storia nel nome del profitto».
Argomentazioni destinate a infiammare la discussione in consiglio comunale. D’altronde, diversi esponenti del maggioranza targata Ciro Borriello – in cui figura Gabriella Palomba, cugina di Giovanni Palomba e come il resto della famiglia abituata a comprare e non a vendere – hanno già manifestato dubbi e perplessità sulla decisione del leader locale del centrodestra. Perché a nessuno piace l’idea di passare alla storia come il responsabile dell’addio ai “mattoni rossi” di via Calastro.
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