C’erano un argentino, un brasiliano e un italiano…. Sembra l’inizio di una barzelletta ed invece Sosa-Amoroso-Poggi sono stati i componenti di uno dei “tridente d’attacco” più forti e assortiti degli anni a cavallo del secolo. Marcio Amoroso era l’estro, Paolo Poggi l’intelligenza tattica e il Pampa Sosa il coraggio e la determinazione. Pur essendo il meno dotato dei tre, Sosa, tra il 98 e 2002, ha messo a segno 34 gol in poco più di 100 partite, contribuendo alla qualificazione UEFA nel 2000. L’Udinese, per i troppi infortuni, lo rimanda, senza troppa fortuna, in Argentina. Torna in Italia prima nell’Ascoli e poi nel Messina. Nel settembre del 2004 arriva la chiamata di Pierpaolo Marino che era stato suo DS a Udine. Marino sta costruendo il nuovo Napoli di De Laurentis che deve ripartire dalla C1. Il progetto è ambizioso ma rischia di toglierlo per sempre dal calcio che conta. Roberto Sosa sa però che Napoli in C1 è una piazza nella quale può ancora fare la differenza. I tifosi napoletani apprezzano la sua scelta di vita e ne esaltano le doti di tenacia e combattività. La promozione arriva solo al secondo anno, dopo che era sfuggita ai play off nel 2005. Avrà anche la soddisfazione di essere l’ultimo titolare della maglia numero 10 del Napoli prima del ritiro del numero che era stata di Maradona (l’ultimo ad indossarla in assoluto fu Bogliacino nell’ultima del campionato 2006, con Sosa assente). El Pampa conquista definitivamente i tifosi azzurri quando, in una esultanza, espone la maglietta con l’effige di Maradona e la scritta “Chi ama non dimentica, onore a chi ha fatto la storia del Napoli”. L’aver vissuto i fasti di Maradona permette, ai tifosi napoletani di relativizzare ogni delusione ma anche successo. Come se l’epopea dei grandi successi di Diego fosse una vetta così alta che tutto non può che essere “meno”. La promozione in serie A arriva dopo un solo anno di “cadetteria”. Sosa, partito riserva, si conquista un ruolo da protagonista fondamentale, non tanto per i gol (solo 6) ma per la fisicità del suo gioco che permette alla squadra di usarlo come “testa di ponte” per le ripartenze. Nel settembre 2007, alla seconda giornata in Serie A del Napoli, raggiunge la 100ª presenza in azzurro. Il campionato si concluderà con 5 gol all’attivo e tante buone prestazioni. L’11 maggio 2008, al San Paolo, gioca, con la fascia di capitano, la sua ultima partita con il Napoli. Per salutare i tifosi, anche in occasione del giro di campo a fine partita, indosserà di nuovo la maglia dedicata a Maradona.
Esperienze non esaltati da allenatore al Sorrento, al Savoia e al Valtur Rionero.
Roberto Carlos Sosa detto “El Pampa”, dalla sua zona di origine in Argentina, non è stato uno dei migliori attaccanti che ha avuto il Napoli, ma ha dato il suo significativo contributo alla “Storia del Napoli”.