Torre del Greco. Era stato il tema caldo dell’unico consiglio comunale del 2017 celebrato – lo scorso 3 marzo – a Torre del Greco. Adesso rischia di diventare la questione capace di incendiare ulteriormente la battaglia politica all’ombra del Vesuvio contro il sindaco-sceriffo Ciro Borriello.
Una battaglia politica portata avanti dall’opposizione di palazzo Baronale nel nome della legalità, sia da parte dei cittadini sia da parte dell’amministrazione comunale. Perché le multe elevate ai trasgressori della raccolta differenziata attraverso le riprese video effettuate dai vigili urbani all’insaputa dei cittadini proprio non vanno giù al presidente della commissione trasparenza Domenico Maida – esponente di Idv in consiglio comunale – e all’avvocato del Pd, Michele Polese.
Così – al termine di un articolato studio sul “metodo” utilizzato da Ciro Borriello & co. per stanare i furbetti dei rifiuti – i due rappresentanti della minoranza hanno inviato un’interrogazione a risposta scritta al primo cittadino, all’assessore alla polizia municipale Antonio Spierto, all’assessore all’ambiente Salvatore Quirino nonché all’avvocato capo del Comune per fare piena luce sulla «legittimità dei verbali di contestazione per il deposito dei rifiuti».
Il giro di vite ordinato dal sindaco-sceriffo cominciò a maggio del 2016, con la firma di un’apposita ordinanza. Successivamente cominciò a girare per il centro storico uno scooter sprovvisto di qualsiasi stemma identificativo con una telecamera nascosta nel bauletto per filmare gli eventuali trasgressori della raccolta differenziata e – in generale – tutti i cittadini in strada, ignari di essere ripresi con le telecamere.
Grazie al “grande fratello” della spazzatura, i vigili urbani hanno già elevato una pioggia di sanzioni da 400 euro «dichiarando di avere preso visione di video effettuati con telecamera mobile – si legge nell’interrogazione presentata da Domenico Maida e Michele Polese – ritraenti fatti e circostanze, peraltro accaduti 30 giorni prima della redazione del verbale, avvenuti nel centro storico di Torre del Greco». Una vera e propria caccia all’uomo, intensificata a partire dal primo gennaio 2017 e portata avanti – secondo i rappresentanti dell’opposizione – in modo illegittimo. «Le disposizioni legislative in materia di sicurezza e controllo del territorio – si legge nell’interrogazione – non superano in alcun modo l’assenza di informativa sull’adozione di misure e accorgimenti come l’installazione di videosorveglianza. Non solo: i verbali appaiono illegittimi perché, in larga parte, sono stati emessi prima dell’approvazione in consiglio comunale dell’apposito regolamento atto proprio a garantire che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti dei cittadini, con particolare riferimento alla riservatezza e all’identità personale».
Tradotto: fino al 3 marzo – data dell’ok al regolamento sulla videosorveglianza comunale – migliaia di cittadini sono stati ripresi a propria insaputa e le immagini utilizzate senza alcuna regola precisa. Di qui, l’affondo di Domenico Maida e Michele Polese: «I verbali sono illegittimi per assoluta incertezza e carenza dell’identificazione del responsabile preposto al trattamento dei dati personali, per assoluta mancanza di garanzia sul brandeggio e dello zoom da parte degli operatori nonché per assoluta assenza di adeguata segnaletica delle zone riprese con telecamere mobili».
Un affondo accompagnato dalla richieste di ottenere da tutti i destinatari della missiva una risposta scritta sulla legittimità delle operazioni e dei verbali e sull’identificazione degli operatori utilizzati dall’amministrazione comunale per filmare i cittadini a propria insaputa. «Inoltre – concludono gli esponenti dell’opposizione – si chiede di valutare seriamente, una volta appurata l’illegittimità dei verbali elevati prima del 3 marzo, gli annullamenti delle multe per salvaguardare l’ente comunale da eventuali ricorsi e trasmissione di atti alla Corte dei Conti».
twitter: @a_dortucci