Ci hanno riprovato. A un mese esatto dall’ultimo raid ai danni dell’edicola di Piazza Schettini, nella notte tra sabato e domenica ignoti hanno tentato un nuovo colpo. Lo scorso 27 febbraio Peppe Artuso, proprietario della rivendica di giornali, trovò i pannelli di accesso sfondati. In quell’occasione i malviventi riuscirono a portare via merce per circa cinquemila euro. Questa volta, per fortuna, i balordi non sono riusciti nel loro intento. Qualcuno ha cercato di forzare le porticine di ingresso ma i rinforzi in ferro fatti installare dall’edicolante proprio a seguito dell’ultimo furto subito hanno scongiurato il peggio. Giuseppe Artuso si è rivolto alla polizia per denunciare il tentativo di furto subito nel cuore della “piazza fantasma” di Pompei. Popolata da botteghe deserte la cui unica funzione attuale è quella di offrire rifugio ai senzatetto nelle ore notturne. «Neanche le grate in ferro li hanno scoraggiati», ha spiegato il signor Artuso, «il tentativo di scasso è evidente e sono veramente stanco. Ho già chiamato il fabbro per chiedere di sostituire totalmente i pannelli in legno con altri in acciaio. Devo blindarmi se voglio tutelare i miei affari». «Mi chiedo solo cosa stia succedendo a Pompei», lo sfogo dell’edicolante preso di mira e, di fatto, ostaggio della piazza abbandonata all’incuria e al degrado, «ci vorrebbero le telecamere in città per scoraggiare questi malviventi. Ci vorrebbero maggiori controlli, dovremmo essere tutti più tutelati».
La piazza, periodicamente, è anche oggetto di raid vandalici e in balia degli incivili. «Oggi lo spiazzo si presenta in condizioni allarmanti, tra bottiglie abbandonate e pannelli delle botteghe divelti», ha concluso Giuseppe Artuso, «questa situazione va affrontata quanto prima anche dalla politica che ha contribuito a crearla». Al momento, la struttura in cui è ospitata l’edicola è l’unica occupata. Le restanti casette in tufo e legno, che nell’idea originaria avrebbero dovuto dar vita a un polo delle attività artigianali richiamo per turisti e visitatori, sono inutilizzate. I raid sono all’ordine del giorno. Le grondaie in rame sono state tutte rubate da tempo e le incursioni nei box sembrano ormai ordinaria amministrazione.