“E’ stata Marianna Fabozzi, la mia ex compagna, ad aver buttata giu’ Fortuna, cosi’ come ha fatto con suo figlio Antonio. Le accuse contro di me sono false: in sono innocente”. Ha chiesto ancora una volta di parlare con i giudici della quinta Corte d’Assise di Napoli, per rendere dichiarazioni spontanee, Raimondo Caputo, imputato per violenza sessuale e omicidio. Secondo la Procura di Napoli fu lui a violentare e uccidere, lanciandola nel vuoto dal sesto piano dell’isolato C del parco Verde di Caivano la piccola Fortuna Loffredo, trovata senza vita a 6 anni il 24 giugno 2014. Con lui e’ imputata, per favoreggiamento in abusi sessuali, anche la ex compagna Marianna Fabozzi, ora ai domiciliari, che ha deciso di non partecipare per il momento alle udienze. Lei e’ la madre di tre sorelline, anche loro violentate da Caputo. Una di loro sarebbe testimone del delitto e ha raccontato ai pm di aver visto ‘Tito’, cosi’ com’e’ soprannominato Caputo, lanciare Fortuna giu’ dalla terrazza del palazzo in cui abitava, dopo un tentativo di approccio sessuale. L’uomo oggi ha provato ancora una volta a difendersi accusando la sua ex convivente. “Prima di ammazzarla c’e’ stata una colluttazione. Fortuna aveva dei graffi: perche’ non sono state fatte le analisi sotto le unghia di Marianna Fabozzi?”, chiede l’imputato. Che ritorna ad accusare la donna anche di aver spinto giu’ da un balcone il figlio Antonio Giglio, morto il 27 aprile 2013 dopo essere caduto dalla finestra dell’abitazione della nonna, al settimo piano dello stesso palazzo dal quale e’ caduta Fortuna.
CRONACA
29 marzo 2017
Caivano. Omicidio al Parco Verde, Caputo: “E’ stata la mia compagna a uccidere Fortuna”