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Ex Molini Marzoli a Torre del Greco, sindaco sott’accusa: «Il project financing è un bluff»
CRONACA
2 aprile 2017
Ex Molini Marzoli a Torre del Greco, sindaco sott’accusa: «Il project financing è un bluff»
metropolisweb

Torre del Greco. «Macché apertura ai cittadini, il sindaco ha semplicemente accelerato le procedure per la vendita dei Molini Meridionali Marzoli». A tuonare contro la decisione di Ciro Borriello di aprire all’ipotesi di project financing e approvare allo stesso tempo la delibera sull’alienazione del complesso di via Calastro – il provvedimento, salvo imprenditori pronti a investire nell’immediato nella riqualificazione delle strutture, sarà votato in consiglio comunale a fine aprile – è Antonio Crispino, presidente del Polo Artistico Torrese e promotore della nascita del fronte popolare che si oppone alla vendita degli ex Molini.

«Con tempi così stretti, senza garanzie e senza una reale progettualità alla base – spiega – è facile prevedere che nessuno si potrà fare avanti nelle prossime settimane. Il risultato, insomma, sarà gettare la croce sugli imprenditori locali e promuovere in ‘pompa magna’ la vendita».

Uno scenario davanti a cui Antonio Crispino non ci sta: «La gente che incontro per strada o mi contatta attraverso i social conferma la netta contrarietà all’ipotesi di cessione di una delle pochissime testimonianze della storia produttiva della nostra città».

Ecco allora che il fronte popolare si mostra pronto a tornare in piazza per protestare: «È l’unico modo per fare sentire la nostra voce. Avevamo chiesto si facesse un ragionamento serio e complessivo sulla possibilità di adire a specifici fondi europei per riqualificare gli ex Molini Marzoli. Niente. Il sindaco è andato in commissione solo per garantirsi l’ok alla delibera e aspettare che trascorrano le prossime settimane. Annunciamo già ora che siamo pronti a manifestare, a fare sentire la nostra voce quando il consiglio comunale sarà chiamato a votare la delibera che sancirà l’inizio della svendita degli ex Molini. In fondo a trasformare la struttura in un simbolo di lotta della città che non vuole stare con il ‘sindaco leghista’, è stato proprio il primo cittadino, con un’arroganza che sembra essere comune al resto della sua maggioranza. Il resto sono chiacchiere che purtroppo trovano il tempo che trovano».

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