Il Capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, indagato a Roma per falso materiale e ideologico nell’ambito dell’inchiesta Consip, si asterrà dalla prosecuzione del suo lavoro di investigatore. Lo annuncia il difensore del militare dell’Arma, l’avvocato Giovanni Annunziata.
“Prendo atto – afferma il difensore di Scafarto in una nota – della conferma della delega di indagine, ribadita dalla Procura di Napoli nei confronti del Noe dei Carabinieri, e quindi del Capitano Scafarto, da me assistito. Tuttavia, in considerazione del momento procedimentale, tutto votato alla ricerca della verità processuale, ho ritenuto necessario chiedere al Capitano Scafarto di astenersi dall’accogliere la richiesta di prosecuzione del suo lavoro di investigatore, perché ritengo prioritario, in questo momento delle indagini, evitare la vicinanza tra il Capitano e ogni ambiente istituzionale, ancorché professionale”. “Tale scelta – prosegue la nota – ha come fine quello di tutelare l’esigenza di accertamento dei fatti oggetto di contestazione, racchiusi nella imputazione provvisoria mossa nei confronti dell’Ufficiale. Preciso, pur nel rigoroso rispetto del diritto di cronaca, che condivido, che la sede fisiologica per poter rappresentare le nostre argomentazioni difensive rimane in primis la magistratura, attesa la scelta adottata, in occasione dell’interrogatorio innanzi alla Procura di Roma, di chiedere al Capitano di avvalersi della facoltà di non rispondere”.
Scarfato ha deciso di astenersi, su suggerimento del suo difensore, dalla prosecuzione del suo lavoro di investigatore per poter preparare al meglio la sua difesa. Per questo motivo, il carabiniere è da oggi in ferie. Scarfato è indagato a Roma nel quadro degli accertamenti Consip per l’omessa annotazione, in un’informativa di circa 1.000 pagine, dell’esito negativo circa una presunta attività di pedinamento da parte dei Servizi, sia l’attribuzione della frase intercettata “…Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato” (riferito al padre dell’ex premier) ad Alfredo Romeo, in carcere per corruzione, invece che ad Italo Bocchino, ex parlamentare e consulente dell’imprenditore napoletano.