Torre del Greco. Da inizio aprile i loro letti sono i tutt’altro che comodi sediolini di una Fiat Punto. Il “tetto” sotto cui dormono è il telaio dell’utilitaria grigia prestata dai parenti al calare della sera. Di giorno, invece, sono costretti a girovagare tra la stazione delle Ferrovie dello Stato, gli ex Molini Meridionali Marzoli e la passeggiata porto-scala di via Calastro. In attesa che qualcuno si accorga di loro e si impegni a scrivere la parola fine al loro dramma. Intanto, passeranno le festività pasquali senza una casa né un lavoro.
Il calvario di Carlo
Eppure la storia della famiglia di Carlo D.L., 55 anni, fino all’estate scorsa era quella che accomuna centinaia di nuclei all’ombra del Vesuvio. Per lui il lavoro di autista di ambulanze private, la moglie casalinga, due figli – il primo vicino ai 20 anni, la minore diciottenne a maggio – e un tran tran quotidiano fatto di sacrifici quotidiani e scadenze puntualmente rispettate. Poi la tegola che non ti aspetti: l’improvviso licenziamento a settembre, dopo 18 anni di lavoro ininterrotto. A ridosso dei 60 anni trovare un nuovo impiego è un’impresa: «Ho mandato in giro il mio curriculum a più non posso», confessa l’uomo. Ma nessuna risposta. Nel frattempo si sono accumulate le spese, a partire dal fitto dell’appartamento in una delle traverse che portano a via Cappuccini, dove la famiglia di Carlo D.L. si era trasferita da quattro anni: «E che avevamo trasformato – dice con le lacrime agli occhi la moglie del cinquantacinquenne – ristrutturando il bagno e sistemando veneziane e tende ai balconi». Il 18 gennaio, nell’impossibilità di tenere fronte al pagamento dell’affitto, l’amara decisione di riconsegnare le chiavi dell’immobile ai proprietari. Nel frattempo, per cercare di trovare i soldi per sopravvivere, erano stati venduti i mobili: «Anche perché – dicono i coniugi – non avremmo saputo dove sistemarli».
I primi aiuti dai parenti
All’inizio le rispettive famiglie hanno aiutato la coppia e i figli, pagando le spese per una sistemazione all’hotel Poseidon. Un sostegno terminato il 31 marzo, quando nessuno si è più accollato le spese per l’alloggio. «Dal primo aprile siamo senza una fissa dimora – confessa Carlo D.L., che prova a non cedere all’emozione mentre la moglie singhiozza al suo fianco – Abbiamo provato a chiedere aiuto a tutti». Trovando però le porte, e spesso i portoni, chiusi: «Dal Comune, attraverso l’assessore alle politiche sociali, ci hanno detto che possono darci circa 2.000 euro di contributo, ma dobbiamo trovare una casa regolarmente in affitto. E chi può fittare una casa a una famiglia di disperati?». Amarezza anche nelle risposte arrivate dalle Chiese: «Abbiamo chiesto aiuto a diversi parroci, che quasi sempre ci hanno allontanato infastiditi. Sappiamo di sistemazioni in possesso della chiesa di Santa Teresa, ma anche qui la risposta è stata negativa».
Le notti in auto
Fatto sta che l’unico riparo di sera resta la Fiat Punto prestata loro da un parente, che viene sistemata nei pressi del pronto soccorso dell’ospedale Maresca per provare a dormire qualche ora insieme al figlio maggiore. L’altra figlia ha, infatti, trovato sistemazione dai nonni che le consentono di proseguire gli studi presso un istituto professionale. Il futuro sembra tinto di nero. Ma Carlo D.L. si sforza di essere ottimista: «Vorrei andare in Germania, lì ho dei parenti e credo di potermi rifare una vita. Ma devo trovare qualcosa di soldi per affrontare il viaggio». Nel frattempo spera che qualcuno aiuti lui e i suoi familiari. «C’è chi ci ha offerto un pasto presso la mensa dei poveri, ma riusciamo ad arrangiarci con dei panini offertici dai nostri familiari». A loro serve altro, un grande aiuto. Che nei giorni di Pasqua potrebbe definirsi un miracolo: «È la Pasqua più triste della nostra vita – dice la donna – specie se penso alla gioia degli anni scorsi, tra la preparazione di pastiere e casatielli a casa nostra». E alla parola “casa” scoppia in lacrime.
La mail per aiutare Carlo
Gli amici di Carlo hanno realizzato un indirizzo email per chi fosse disposto a dare un aiuto alla sua famiglia. Per qualsiasi info, scrivere a: aiutiamocarlo@gmail.com