Torre del Greco. Prima di ottenere l’ennesima proroga per la gestione del servizio di igiene urbana in città la «ditta di casa» dei Fratelli Balsamo aveva provato direttamente a bloccare – attraverso un ricorso presentato al Tar Campania – la nuova gara d’appalto promossa dall’amministrazione comunale targata Ciro Borriello.
Il retroscena sul contrastato rapporto di amore-odio sull’asse palazzo Baronale-viale Europa arriva direttamente da Napoli, sotto forma di sentenza emessa dai giudici della terza sezione – presidente Fabio Donadono – del tribunale amministrativo regionale: un verdetto con cui si respinge al mittente il ricorso presentato dall’azienda specializzata nel settore Nu per annullare le «regole del bando indetto dalla centrale unica di committenza del Comune di Torre del Greco e del Comune di Trecase, relativo alla procedura aperta per l’affidamento del servizio di gestione del ciclo rifiuti» all’ombra del Vesuvio.
Il piano industriale Nu
Tutto nasce a ottobre del 2016, quando l’amministrazione comunale guidata da Ciro Borriello – indagato insieme all’assessore all’ambiente Salvatore Quirino e all’ex segretario generale Anna Lecora proprio per presunti “favori” alla «ditta di casa» dei Fratelli Balsamo – approva il nuovo piano industriale per la raccolta dei rifiuti, primo passo verso la successiva gara d’appalto.
Nelle more del nuovo bando, poi, l’ente di largo Plebiscito prolungò il rapporto con l’azienda di viale Europa fino all’aggiudicazione del bando: tutto il linea con le procedure di legge, tutto coerente con il piano illustrato in aula dal leader locale del centrodestra.
Il bando al rallenty
All’indomani dello start-up per individuare la ditta incaricata di prendere il posto dei Fratelli Balsamo, gli uffici comunali avviarono le procedure per il bando di gara della durata di 5 anni e due ditte presentarono regolare domanda di partecipazione. A sorpresa, allo spirare dei termini per la presentazione delle buste, mancava la domanda dei “monopolisti” del settore nella quarta città della Campania. Perché al posto di partecipare regolarmente al bando, l’azienda di viale Europa impugnò il bando di gara «qualificandosi come attuale esecutore dell’appalto in forza di provvedimento di proroga tecnica dell’attuale servizio di igiene urbana». A inizio dicembre, venne cancellata dal ruolo la domanda cautelare – il Comune di Torre del Greco si era costituito in giudizio – e rinviata la discussione per la decisione a fine gennaio. Di qui, lo stallo in cui per due mesi sono rimaste le buste presentate dalle due ditte pronte a partecipare al bando del Comune.
Le ragioni della ditta di casa
I Fratelli Balsamo contestavano, in particolare, due profili delle prescrizioni di gara: discrasie in base a cui la «ditta di casa» non era stata messa nelle condizioni di predisporre un’offerta conforme alle regole del bando. Innanzitutto, sott’accusa erano finite la clausola relativa alle qualifiche funzionali del personale attualmente impegnato in servizio – l’errore avrebbe comportato un calcolo della base d’asta errato non remunerativo – e l’articolo in base a cui era richiesto l’inserimento del dettaglio analitico dei costi relativi alle migliorie proposte dai concorrenti. Ragioni davanti a cui il legale incaricato di difendere gli interessi del Comune – l’avvocato Fiorenzo Liguori – aveva eccepito l’inammissibilità del ricorso, perché i Fratelli Balsamo non risultavano partecipanti alla procedura di gara oggetto di contestazione: «Al contrario – aveva sottolineato il legale, citando una sentenza del consiglio di Stato – i soggetti che volontariamente non hanno partecipato alla gara non hanno titolo all’impugnativa, a nulla rilevando un interesse di mero fatto a che la gara bandita sia annullata e venga ripetuta, come nel caso di una ditta cui il servizio da appaltare sia affidato in regime di proroga».
Sentenza del Tar Campania
Al termine dell’udienza decisiva, i giudici della terza sezione del Tar Campania hanno giudicato inammissibile – proprio a causa della mancata partecipazione al bando di gara promosso dal Comune – il ricorso dei Fratelli Balsamo, condannati al pagamento in favore dell’ente di palazzo Baronale delle spese di giudizio quantificate in 5.000 euro 5.000. Successivamente, il sindaco Ciro Borriello – in attesa del responso delle buste – ha disposto una nuova proroga in favore della «ditta di casa» della gestione della raccolta dei rifiuti in città fino al 30 giugno. Quando, salvo ulteriori colpi di scena, si dovrebbe interrompere un regime monopolistico durato – salvo le parentesi di quindici giorni alla Buttol e due anni alla Eco Ego – circa sette anni.
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