Meta. Non è a Roma. Ha deciso di restare blindato nella sua nuova casa di Meta, a quattro passi dalla balconata che dà sulla baia di Alimuri. Non parla con nessuno e ieri non si è visto in giro a spasso con il cane della figlioletta. «Lasciatelo in pace» dicono i vicini di Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia che oggi vivrà la giornata più lunga della sua vita. Quella in cui si deciderà il suo destino.
Ovvero carcere o ancora qualche mese di libertà in attesa di un eventuale nuovo processo in Appello che, sia chiaro, il capitano invoca a voce alta attraverso i propri legali portando in aula memorie, motivi e fonti di prova inedite. Stamane alle 9 si aprirà l’udienza chiave dinanzi alla quarta sezione penale della Corte di Cassazione. La Procura generale invoca una pena più alta, 27 anni, rispetto ai 16 incassati in secondo grado. Mentre lui, Schettino, aspira all’annullamento della condanna con un appello bis.
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