Torre del Greco. Vuole anche la compagnia assicurativa della sua azienda tra i presunti responsabili della morte di Ciro Giannini, il 18enne investito il 26 giugno 2012 da un camion dei rifiuti che usciva dal contestatissimo varco della cava in viale Europa utilizzato dalla ditta di famiglia. L’imprenditore Massimo Balsamo ha chiesto, attraverso il suo difensore l’avvocato Massimo Loffredo, che anche la compagnia assicurativa figuri tra gli imputati del processo che dovrà fare chiarezza sulla morte dello studente di Torre del Greco e che lo vede imputato per omicidio colposo insieme ad altre sei persone, tra cui tecnici e funzionari comunali. La richiesta è stata avanzata ieri all’apertura dell’udienza preliminare davanti al gup Maria Concetta Criscuolo di Torre Annunziata che si è riservata sulla decisione, rinviando il processo agli inizi di giugno sospendo i termini di prescrizione.
Questione intricata
La questione posta dal difensore di Balsamo non è facilissima da risolvere. Il codice di procedura penale prevede che quando in un processo la parte offesa si costituisce parte civile (in questo caso i genitori dello studente morto solo nei confronti dell’imprenditore Balsamo) e, dunque, si prefigura il risarcimento del danno, si possa chiamare in giudizio anche il responsabile civile. E’ una possibilità che il codice prevede espressamente per il pubblico ministero e per la parte civile stessa. Una sentenza della Corte Costituzionale ha esteso questa facoltà anche all’imputato, limitatamente però a questioni che riguardano incidenti stradali. Nella tragica storia di Ciro Giannini, il cui cuore si fermò 24 ore dopo lo schianto in motorino, l’incidente vero e proprio è addebitabile all’autista del camion per cui si è proceduto separatamente. A Massimo Balsamo, invece, viene contestata la colpa dell’omicidio nel non avere adeguatamente segnalato quel varco che non sarebbe stato a norma. Più precisamente il pm Andreana Ambrosino contesta che l’imprenditore «pure in presenza di acclarate irregolarità ometteva di predisporre tutte le misure idonee a impedire che l’entrata e l’uscita dal varco creassero pericolo per la circolazione di automobilisti e motociclisti, occupando i mezzi entrambe le carreggiate per effettuare l’immissione in strada». Dirigente comunale e due ex comandanti della polizia municipale avrebbero sbagliato a rilasciare le autorizzazioni. Non esattamente, dunque, colpe da sinistro stradale. Se il gup dovesse ammettere la richiesta di Balsamo, la vicenda giudiziaria subirebbe una battuta d’arresto dovuta ai tempi tecnici necessari a citare in giudizio la compagnia assicurativa. In caso contrario si andrà avanti come da copione con la discussione del pm e dei difensori dei 7 imputati che, a quanto preannunciato ieri, non dovrebbero accedere a riti alternativi.
Gli altri imputati
Sotto accusa sono finiti anche il dirigente del servizio mobilità del Comune Mario Pontillo e i due ex comandanti della Polizia Municipale, Andrea Formisano e Salvatore Visone, che avrebbero violato diverse norme per mantenere aperto il varco già contestato da Tar e Ministero dei Trasporti. Imputati anche il progettista Felice Pirone e i comunali Michele Sannino e Ambrogio Di Simone, entrambi in forza all’Utc.