Un dossier dettagliato, pagine su pagine di nomi, firme, contratti che fanno capo a sindacalisti, medici e infermieri, consegnato nelle mani della Procura di Napoli. C’è scritto “Parentopoli e sprechi nella sanità campana” sul fascicolo che il Mic & Ps, Movimento Infermieri Campania e Professioni sanitarie ha inviato ai magistrati partenopei per smascherare il consolidato sistema clientelare che sarebbe alla base delle continue assunzioni di interinali in Asl e ospedali della regione. Uno scandalo denunciato anche dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, che ieri nel corso di una conferenza stampa ha illustrato i punti salienti della denuncia. Un dato allarmante emerge sugli altri: 71 su 100 sono gli assunti dalle agenzie interinali legati da vincoli di parentela a dipendenti e sindacalisti delle stesse strutture sanitarie dove sono entrati in servizio. «Un sistema “malato” con il quale – denuncia Fabio D’Angelo, presidente del Mic & Ps – si continua a sprecare denaro pubblico». In pratica oltre 70% delle persone immesse in servizio negli ospedali di Napoli, Caserta e Salerno tramite le agenzie interinali sono imparentati con infermieri, amministrativi e medici degli ospedali o delle Asl dove lavorano. Al setaccio della Procura in queste ore il Cardarelli, gli Ospedali dei Colli (Monaldi, Cotugno e Cto) a Napoli; il Sant’Anna e il San Sebastiano di Caserta; e il San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. Stando al controllo dei primi 100 nomi di interinali assunti a chiamata diretta e senza alcun concorso è emerso che ben 71 hanno parentele. «E’ giusto capire se si tratti solo di un caso o se sia stata messa in atto una vera e propria parentopoli – dicono i firmatari dell’esposto -. Siamo ancora al lavoro per trovare tutti i legami degli assunti come interinali ma i primi dati, relativi all’Asl di Caserta, all’ospedale di Caserta e all’azienda ospedaliera dei Colli di Napoli, ci hanno restituito una situazione sulla quale è necessario l’intervento della magistratura». Per assumere personale con le agenzie interinali, inoltre, si fa ricorso ai fondi per i servizi e non a quelli del personale: «in questo modo si tolgono risorse che potrebbero essere spese per acquistare macchinari, barelle, medicinali e quant’altro. Nonostante le direttive che vietano di continuare a far ricorso alle agenzie interinali, molte Asl e aziende ospedaliere continuano e addirittura c’è chi prova a stabilizzare persone che non hanno mai fatto un concorso visto che vengono selezionate direttamente dalle agenzie con procedure che lasciano dubbi sulla loro legittimità».
CRONACA
25 aprile 2017
Parentopoli nella sanità, dossier ai pm di Napoli