Portici. Emergenza rifiuti senza fine all’ombra della Reggia, la Leucopetra non ha i mezzi e il personale per raccogliere l’immondizia e i sindacati tuonano: «Vogliono vendere il marchio».
Sembra essere diventato senza soluzioni il problema dei cumuli d’immondizia in ogni angolo della città. La questione è legata al solito circolo vizioso: il Comune non ha soldi per mettersi in “pari” con la municipalizzata dei rifiuti e, conseguentemente, il lungo calvario del settore Nu prosegue tra strade sporche, intere aree dimenticate dalla raccolta, malumore degli operatori ecologici e debiti sparsi.
Accantonata la questione Previambiente che aveva costretto i netturbini a manifestare per il mancato versamento della pensione, c’è una nuova spigolosa tegola che si abbatta su palazzo Campitelli e sulla Leucopetra: il parco auto. Saltato il vecchio accordo con la ditta incaricata della manutenzione dei camion utilizzati per la raccolta e lo smistamento dei rifiuti, nella sede Leucopetra non c’è più un meccanico di “fiducia” che si occupa di revisionare e – laddove necessario – aggiustare i mezzi impiegati in strada. Ma non è tutto perché in realtà circa il 70% dei camion andrebbe sostituto e rimpiazzato con mezzi più efficienti e funzionali, così come chiesero i dipendenti durante gli ultimi incontri con il viceprefetto Roberto Esposito.
«La verità? Probabilmente la nostra è una supposizione che troverà conferma in un breve lasso di tempo: vogliono vendere la Leucopetra ai privati – tuona lo storico rappresentante sindacale Fiadel, Antonio Sangiovanni -. Non c’è un parco auto adatto perché circa 6 camion sono costantemente fuori uso, i dipendenti vanno in pensione e non vengono effettuate da anni nuove assunzioni e il personale è letteralmente sotto organico. Ci sono ancora debiti arretrati e la società versa in condizioni pietose, abbiamo chiesto da tempo un piano di rientro finanziario e di riorganizzazione aziendale, ottenendo un nulla di fatto. Continuiamo a portare avanti l’idea che bisogna mettere in piedi una multiservizi per salvare questa società». Al di la del muro di omertà che continua a circondare la municipalizzata dei rifiuti, a pagare le conseguenze della mala gestione e della disorganizzazione sono i cittadini che da quasi un anno vivono in una città spesso sporca, con marciapiedi e strade invase da eiezioni canine e sacchetti d’immondizia, e gli operatori ecologici costretti a “faticare” il doppio per cercare di salvare la città dal degrado più assoluto.