“É stata un’attesa triste quella di oggi” fa sapere il parroco Don Antonio Soldatini, che celebra messa tra la chiesa di Santa Lucia a due passi dalla casa dell’ex comandante Francesco Schettino, condannato oggi anche dalla Cassazione, e la chiesa di Santa Maria del Lauro. E commenta così la condanna a 16 anni di Schettino: “Sono dispiaciuto per lui, che resta sempre un amico, una persona perbene, sono dispiaciuto per la sua famiglia e per le famiglie che hanno perso un caro durante il tragico naufragio del 13 gennaio 2012. Sono fatalità, a volte la vita ci mette alla prova. Ma credo che le responsabilità non siano state solo le sue”. Meta da stamani è apparsa quasi deserta. Le persone che si avvicendavano al bar Antonietta, sotto casa del fratello Salvatore, che in questi ultimi tempi aveva accolto Francesco Schettino, si sono chieste del come mai c’era un assembramento di giornalisti, telecamere e fotografi. E alla risposta “stanno aspettando la decisione della Cassazione per Schettino” ripetevano “speriamo bene, per lui”. Ma così non è stato. Il primo cittadino di Meta, Giuseppe Tito, è secco nelle sue dichiarazione: “Cosa vuole che le dica? Come uomo dello Stato dico che le sentenze vanno rispettate. Come persona di una piccola comunità, come lo è Meta, e come amico di tante persone e anche di Schettino, dico che umanamente mi dispiace. Non sarebbe dovuto accadere questa tragedia”. La famiglia dell’ex comandante è rimasta chiusa in casa da stamani e i componenti non hanno voluto rilasciare dichiarazioni.
CRONACA
12 maggio 2017
Meta triste per Schettino. Don Antonio: «Non è l’unico colpevole». Il sindaco Tito: «Spiace ma le sentenze si rispettano»