Torre del Greco. Quando a metà aprile sbarcò a palazzo Baronale, in diversi sottolinearono la fama di “paladino della legalità” conquistata al Municipio di Angri. Non propriamente un biglietto da visita incoraggiante per una squadra di governo cittadino costantemente sotto i riflettori della procura di Torre Annunziata, ma puntualmente mostrato – alla prima occasione utile – ai politici-lavoratori del Comune. Perché il tempo di accertare le “cattive abitudini” degli esponenti di maggioranza e opposizione e il segretario generale Domenico Gelormini – successore di Anna Lecora, andata via dal palazzo Baronale dopo l’avviso di garanzia per lo scandalo rifiuti – ha immediatamente messo i puntini sulle “i” sul funzionamento delle commissioni consiliari e i conseguenti rimborsi d’oro alle ditte presso cui risultato regolarmente assunti i politici-lavoratori eletti nel 2014.
Gli sprechi di soldi pubblici
A innescare la rivisitazione del funzionamento delle commissioni consiliari è stata l’ennesima lettera anonima dei corvi di palazzo Baronale. La missiva – riportata da Metropolis Quotidiano a fine maggio – ricostruiva nel dettaglio le spese pagate dal Comune per rimborsare le ditte private presso cui risultano assunti vari consiglieri comunali: in tutto sono circa 200.000 gli euro sborsati dall’ente di largo Plebiscito dal gennaio del 2016 al marzo del 2017, una somma ritenuta decisamente sproporzionata rispetto ai reali risultati prodotti dagli impegni istituzionali dei politici-lavoratori.
La rivisitazione delle regole
Così il segretario generale Domenico Gelormini – insieme al presidente del consiglio comunale Pasquale Brancaccio, insieme a Domenico Maida in cima all’elenco dei beneficiari dei rimborsi d’oro dell’ente di largo Plebiscito – si è rivisto i principali articoli del decreto legislativo con cui si regolano le partecipazioni alle commissioni consiliari, mettendo poi nero su bianco il corretto comportamento da tenere per la retribuzione delle ore di assenza sul posto di lavoro. Indicazioni capaci di scatenare forti fibrillazioni in municipio, perché destinate a tagliare drasticamente gli sprechi del Comune legati ai rimborsi d’oro.
Il giro di vite sul monte ore
«I lavoratori dipendenti hanno diritto di assentarsi dal servizio per partecipare alle riunioni degli organi di cui fanno parte per la loro effettiva durata». è il passaggio chiave destinato a fare abbassare da sette a due le ore “rimborsabili” dall’ente di largo Plebiscito alle ditte presso cui risultano assunti i politici-lavoratori. Addio, dunque, a salassi di 4.800 euro al mese – diversi consiglieri comunali sono inquadrati con qualifiche di alta responsabilità e lauto stipendio – e via libera a un congruo “riconoscimento” delle ore trascorse in municipio in base «ai principi di sana gestione finanziaria e amministrativa».
I tutor dei politici
Per fare recepire la nota Domenico Gelormini ha disposto la partecipazione di un dipendente comunale in qualità di segretario verbalizzante a tutte le commissioni consiliari, in modo da certificare senza dubbi gli orari di ingresso e uscita dei consiglieri comunali. Perché al “paladino della legalità” venuto da Angri non si sfugge. In particolare in un Comune già varie volte al centro di bufere giudiziarie.
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