Torre del Greco. E’ stato prima costretto a uscire dalla sua auto. Poi è stato insultato e minacciato di morte. Infine è stato picchiato e accoltellato. Il tutto, in pieno giorno e in pieno centro. Solo grazie alla prontezza di riflessi della vittima – abile a “parare” la pugnalata diretta all’addome, dunque, inferta per uccidere – l’incredibile raid punitivo non si è trasformato in tragedia. Ma G.F. – tatuatore di 31 anni – rischia di perdere parzialmente l’uso del braccio destro.
L’aggressione shock
Sono le 13.20, quando scatta il raid punitivo all’altezza dell’ufficio postale di via Vittorio Veneto. Fortunatamente la scuola è chiusa e non ci sono bambini, ma la strada è affollata da commercianti in pausa-pranzo e i ritardatari delle poste. In decine sono seduti ai tavolini dei vari bar della zona per il classico aperitivo, ma il branco in sella a tre scooter non conosce la parola paura: la banda affianca l’auto su cui viaggiano G.F. e la sorella, obbligando il trentunenne a fermare la propria corsa. Neanche il tempo di uscire dalla vettura e partono insulti e minacce: il trentunenne prova a sfuggire alla violenza della gang, mentre la sorella cerca disperatamente aiuto. All’improvviso spunta un coltello: il capobranco si avventa sul trentunenne e sferra un fendente diritto all’addome. Il colpo non centra il bersaglio perché G.F. si difende con l’avambraccio destro, praticamente trapassato dalla lama. Il provvidenziale arrivo di una gazzella dei carabinieri – passata casualmente per via Vittorio Veneto – ha messo in fuga il branco, pronto a fare perdere le proprie tracce.
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