Torre del Greco. «Davanti alla legge tutti sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri», scriveva George Orwell nel suo celebre romanzo “La fattoria degli animali”. Una teoria trasformata in pratica dal Comune di Torre del Greco, pronto a fare due pesi e due misure – in materia di privacy – a seconda delle circostanze.
L’esempio lampante è rappresentato proprio dal ricorso al Tar Campania presentato da Achille Mele avverso l’ordinanza di demolizione delle opere abusive realizzate nel feudo di famiglia di via Circumvallazione: la vicenda è stata trattata durante la seduta di giunta del 15 giugno – assente al momento del voto Luigi Mele, fratello del ricorrente – con la squadra di governo cittadino concorde nella decisione di resistere in giudizio, affidando la tutela dell’ente di palazzo Baronale all’avvocato capo Elio Benevento e all’avvocato Francesco Nappo in forza all’ufficio affari legali. Una scelta in controtendenza rispetto alla prassi di affidare – vista la mole di lavoro dell’avvocatura municipale – a legali esterni la difesa degli interessi del Comune, ma legittima sotto qualsiasi punto di vista.
Decisamente anomala, invece, la procedura adottata per “pubblicizzare” come per legge il provvedimento sull’albo pretorio dell’ente di palazzo Baronale: consultando il sito istituzionale del Comune di Torre del Greco, infatti, ci si imbatte nell’insolita deliberazione di giunta comunale avente come oggetto il ricorso al Tar Campania di M.(la seconda iniziale coperta con il bianchetto).
All’interno la M. si trasforma una prima volta in “signor A” e una seconda volta in “signor M”. Solo il riferimento al numero di ordinanza di demolizione consente di identificare il mister X in Achille Mele. Ragioni di privacy dietro la scelta? Potrebbe essere una spiegazione, se due righe sotto non ci fosse – in un provvedimento adottato durante la stessa seduta di giunta – il nome e cognome della ricorrente avverso il mancato permesso di esercitare l’attività di affittacamere e, a seguire, i quattro nomi e cognomi di altrettanti ricorrenti al Capo dello Stato per il concorso dei veleni relativo all’assunzione di 18 istruttori tecnici part-time.
Un’evidente difformità di tutela della privacy, a tutto vantaggio di Achille Mele. Perché, evidentemente, al Comune di Torre del Greco tutti hanno letto George Orwell e mandato a memoria il messaggio secondo cui «davanti alla legge tutti sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri».