Un selfie mentre posa nuda davanti allo specchio. E’ la provocazione che ha lanciato Daniela Lourdes Falanga, leader del gruppo di Lgbt di Torre Annunziata, che da anni è impegnata nella difesa dei diritti dei transessuali. Daniela ha lanciato un monito per abbattere le barriere del pregiudizio, lei che senza alcun timore è stata capace di gridare la sua diversità. Una storia sospesa tra la sua nuova identità e quella vecchia, rinchiusa nel fondo di un cassetto: figlia di un boss.E così ha deciso ancora una volta di mettersi in gioco e catturare l’attenzione: «l’indifferenza e i i pregiudizi sono un muro ancora troppo alto da scavalcare e da abbattere».
La provocazione social. La foto l’ha pubblicata sulla sua pagina Facebook con un messaggio chiaro: «Abbiamo assistito a proclami sessuofobici – scrive sul muro social – di quell’imperialismo moralistico che abbiamo attaccato e combattuto per anni, abbiamo sentito la nostra carne rifiutata e poi violentata per pulire la normalità nel mondo. Abbiamo subito il bisogno di neutralizzare tutti e porli lontani dalla ricerca indistinta alla felicità. Chi mi conosce sa che mai lo avrei fatto, che rispetto al mio corpo tutto è pudore, ma scelgo questa volta di chiarire il mio Pride, la mia pelle, le mie necessità. Noi siamo i tacchi a spillo, il seno nudo, la carne che fa politica e libera». Nuda, senza pudore, ma per rivendicare il diritto di sentirsi e di amare. « Purtroppo in questo periodo sono aumentati i pregiudizi – continua – stiamo assistendo ad una sessofobia scatenata e questo è preoccupante. Non possiamo vivere sotto attacco ogni giorno, basta ai bigotti e chi non rispetta l’altro e soprattutto a chi non garantisce i nostri diritti».
Il sogno di mamma . Da mesi sta portando avanti una battaglia che la renderebbe davvero felice. «Voglio essere completa – spiega – mia sorella farebbe volentieri un bambino per me e lo partorirebbe, anche il mio compagno è felicissimo al solo pensiero. Due contraddizioni per voi, due possibilità che contrastano con la vostra morale pregiudizievole e limitante. Fatevene una ragione – continua – e non siate padroni di un amore a vostro piacimento, perchè questi sono atti generosi e responsabili. Non restringete il campo dalle vostre meningi ai corpo che “possono” e quelli che “devono” perchè l’egoismo nega la felicità». Ma in Italia non ci sono ancora leggi adeguate e soprattutto leggi morali che le consentirebbero una simile opportunità, di realizzare il sogno di diventare mamma.
L’appello ai torresi. Poi lancia un appello alla sua città, Torre Annunziata: «Sono stata impegnata attivamente durante la campagna elettorale con Pierpaolo Telese – spiega – e ho scoperto una città aperta, ovunque regnano ancora l’intolleranza e leggi arcaiche, ma a Torre sono aperti e disponibili. Sono figlia di un mafioso della zona e non contrasto solo i pregiudizi contro la diversità ma anche contro quelli di una criminalità spietata, la stessa che troppo spesso macchia la mia terra. Spero che in questa battaglia i miei concittadini ci siano, si schierino dalla mia parte e dalla parte di quanti vogliono poter vivere la loro condizione per la quale hanno diritto alla felicità».