Se non fosse che l’espressione metaforica richiama alla mente la devastazione più che reale dell’immenso patrimonio naturalistico del Vesuvio, verrebbe da dire che lo scontro è di fuoco. Nello Di Nardo, segretario campano di Italia dei Valori e già senatore, lascia l’incarico di consigliere del presidente della Regione Campania per la Protezione Civile a poche settimane dai roghi che hanno bruciato una larga fetta del territorio. Legambiente stima 13.037 ettari di superfici boschive andate in fumo tra maggio e la prima metodi luglio.
La nomina era arrivata nel 2015, all’indomani dell’elezione di Vincenzo De Luca alla guida della Campania. «In venti mesi non sono mai riuscito a interloquire con lui» spiega Nello Di Nardo per chiarire perché abbia rimesso l’incarico nelle mani del Governatore che nel frattempo ha mantenuto per sè la delega alla Protezione Civile. Tradotto: Di Nardo era un consulente che non aveva alcuna capacità decisionale nelle scelte della Regione in tema di prevenzione e protezione del territorio. Poteva suggerire interventi, ma nessun potere di firmare alcunché. «Incarico svolto a titolo gratuito» tiene a sottolineare per poi aggiungere: «Se non vengo ascoltato dal capo, che faccio? Il consulente di me stesso?».
E dire che mai come in queste settimane il sistema di Protezione Civile in Campania ha mostrato tutti i suoi limiti. «Fare protezione civile – sottolinea Di Nardo – non significa soltanto essere il tappabuchi nelle emergenze, ma fare previsione, controllo del territorio, programmazione. Il sistema deve prevedere il più ampio coinvolgimento di cittadini, associazioni, istituzioni centrali, territoriali e locali. Invece qui siano solo alla fase dell’allerta. Da tre mesi segnalavo che questa estate era ad altissimo rischi per gli incendi. Sul Vesuvio, con la carenza di piogge che abbiamo registrato quest’anno, era facile prevedere che anche una cicca di sigaretta gettata da una coppietta avrebbe potuto scatenare un rogo». Risposte dai vertici della Regione e, in particolare, da Vincenzo De Luca? «Niente» sottolinea Di Nardo. «Neanche all’ultima lettera, che ho consegnato mercoledì in cui annunciavo le dimissioni se non ci fossero stati una serie di interventi. Non ho avuto risposta».
Le dimissioni sono arrivate ieri quando ormai la fase dell’emergenza incendi si è chiusa. «Rappresentano, soprattutto alla luce della tempistica scelta, il segnale che probabilmente qualcosa non ha funzionato» commenta il consigliere regionale Gianpiero Zinzi, presidente della commissione Terra dei Fuochi. Chiede chiarezza Armando Cesaro, capogruppo Fi in Regione: «De Luca chiarisca le ragioni vere per le quali il consigliere Nello di Nardo, che dopo aver tanto dato non ha ricevuto neppure un grazie, ha ritenuto conclusa la sua esperienza e rassegnato le dimissioni».
Dal canto suo, Di Nardo che è originario di Castellammare e vive a Sorrento, lancia una frecciatina neanche tanto velata a De Luca: «Che devo dire? Sarà che sono sfortunato perché non sono di Salerno. Chissà, se avessi promosso un referendum per far passare la costiera sorrentina con quella amalfitana…».
CRONACA
30 luglio 2017
Protezione civile, la verità di Di Nardo: «Allarme roghi inascoltato, da De Luca solo silenzi»