Nell’agenda della nuova amministrazione di Pompei c’è anche la delicata questione relativa alla società Aspide che si occupa della casa-albergo per anziani “Carmine Borrelli”, dove al momento ci sono trentadue ospiti. Al di là dell’incognita cimitero e l’affannoso restyling delle scuole che dovrebbe partire quanto prima considerando l’emergenza di alcuni plessi, la squadra scelta dal sindaco Pietro Amitrano ha messo sotto la lente d’ingrandimento la società partecipata. Il primo cittadino è impegnato in prima persona per mettere la parola fine a una “battaglia” che ormai va avanti da anni e definire quanto prima il futuro di 14 dipendenti, da tempo con il fiato sospeso. Di sicuro c’è un punto su cui Amitrano non ha intenzione di fare sconti: la priorità è assicurare ai dipendenti di “Casa Borrelli” le stesse attuali condizioni anche se la società dovesse essere privatizzata. Un’ipotesi che la nuova amministrazione comunale sta vagliando e che già rientrò tra le prime decisioni del neocommissario prefettizio per risolvere una questione -quella relativa all’azienda speciale Aspide in liquidazione e alla gestione della struttura di via Lepanto -annosa per il Comune.
Le ipotesi
La nuova amministrazione comunale è in contatto con il liquidatore della società partecipata per poter avviare una gara di esternalizzazione. Ipotesi, questa, che i 14 dipendenti non gradirebbero. Già in passato sono scesi in piazza per manifestare il proprio dissenso. Un incontro chiarificatore ci sarà probabilmente a settembre, almeno secondo rumors. I dipendenti – che adesso ricevono regolarmente lo stipendio – metteranno sul tavolo del sindaco le proprie richieste e soprattutto chiederanno maggiori garanzie. Un summit che, almeno per il momento, non c’è ancora stato.
Il lungo calvario
Quella relativa all’Aspide è una lunga storia di conti in rosso, proteste e mobilitazioni dei lavoratori, di affidamenti e rinunce. Una storia con la quale farà i conti anche l’attuale amministrazione. Sull’azienda speciale era arrivata a esprimersi anche la Corte dei Conti, facendo emergere le criticità in merito alla società partecipata e invitando l’ente di Palazzo de Fusco a «portare a compimento le misure di risanamento finanziario necessari». Da qui la delibera del commissario prefettizio che confermò quanto già stabilito in numerosi atti consiliari che si sono succeduti negli anni e a cui però non è stata mai data esecuzione. Nel provvedimento si prevedeva l’affidamento all’esterno della gestione della casa di riposto tramite apposita gara per individuare il gestore. Ipotesi che adesso è finita nelle mani del sindaco Amitrano, che vuole che i 14 dipendenti vengano assunti alle stesse condizioni attuali. Tradotto significa che l’eventuale futura società privata dovrà assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali esistenti e delle professionalità acquisite dal personale. Al concessionario dovrebbe spettare la manutenzione ordinaria dell’edificio e delle pertinenze, di tutti gli impianti, gli arredi e le attrezzature. A carico del Comune di Pompei invece ogni intervento di manutenzione straordinaria dell’edificio, salvo che non siano dovuti a incuria da parte del concessionario.