De Luca entra in segreteria regionale. O meglio, il figlio Piero, ma la sostanza non cambia. Il Governatore piazza la prima pedina dopo aver lanciato la sfida ai capibastone democrat con la scalata al partito, iniziata nei mesi scorsi. Scacco matto dello sceriffo sarà la guida del Pd a Napoli. Prima mossa a segno la sua e prima resa invece dei dirigenti locali in quello che forse è un tentativo di trovare un accordo per evitare l’ennesima guerra nel partito in vista del Congresso che si terrà in autunno. Ieri la riunione a via Santa Brigida e la decisione annunciata dal segretario regionale, Assunta Tartaglione. “C’è la volontà di condividere un percorso anche con le altre aree e mozioni nazionali del partito, per ripartire dopo la pausa estiva con nuove energie ed affrontare nel migliore dei modi le sfide che attendono il Pd della Campania”. Dopo il via al tesseramento Pd, la Direzione regionale si riunirà il prossimo 7 settembre con all’ordine del giorno l’approvazione del regolamento per i congressi provinciali. La scelta che la segreteria regionale cerca di far passare come “un’integrazione dell’organismo” , dopo l’addio del consigliere regionale Gianluca Daniele, ha un significato politico ben preciso non solo in vista del Congresso, ma anche delle prossime elezioni politiche.
De Luca junior, ruolo da coordinatore. “Servono unità e più iniziative”
Il ruolo che Piero De Luca, primogenito del Governatore avrà nella segreteria, sarà quello di coordinamento. “Sono contento ed entusiasta di poter dare il mio contributo al lavoro che il Pd regionale dovrà mettere in campo nei prossimi mesi. Dobbiamo lavorare per rafforzare l’unità ed essere compatti attraverso maggiori e continue iniziative politiche, ma anche proposte sui territori” ha commentato De Luca junior, ringraziando la segretaria regionale “per aver pensato ad un mio coinvolgimento più diretto ed operativo”. Classe 1980, avvocato, ricercatore in Diritto dell’Unione europea e referendario presso la Corte di giustizia europea, il delfino del presidente della Regione Campania, che l’ha voluto a tutti i costi come coordinatore scientifico in Campania del comitato Sì al Referendum – decisivo per Matteo Renzi -, inizia così anche la ‘sua’ scalata: quella al Parlamento.
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