Negli anni 80 il Torino è una tappa obbligata per i giovani di belle speranze, perché i granata giocano un calcio veloce e innovativo. Massimo Crippa gioca a Torino, in Serie A, nell’87-88 e in 29 presenze segna 3 reti. E’ figlio d’arte. Suo padre Carlo, ala destra di buon livello, ha giocato 157 partite (tra serie A e B) con il Torino. Luciano Moggi, che ha lavorato anche con il Torino, lo porta al Napoli nell’ultimo giorno di mercato dell’88. Con Alemao, Romano e De Napoli formerà, forse, il centrocampo più “solido” della storia dei partenopei. E’ costato 7 miliardi e mezzo, un investimento considerevole che da la dimensione della considerazione di cui godeva. Deve sostituire “l’epurato” Salvatore Bagni, un uomo fondamentale nel primo scudetto e grande beniamino della tifoseria: un’eredità non da poco. Crippa diventa determinante. Nel 1989 il Napoli vince la Coppa UEFA, battendo in finale lo Stoccarda e termina secondo in campionato. La stagione successiva è quella del secondo Scudetto e della Supercoppa Italiana vinta contro la Juventus con un rotondo di 5-1. Massimo segna l’ultimo gol.
Sono anni meravigliosi per tutta la città. La squadra è forte e potrebbe prolungare il suo ciclo vincente. Il calcio, però, muovendo soldi e consensi, spesso suscita interessi ed appetiti della malavita. Il Napoli non riesce a evitare i sospetti di collusione. Il giocattolo si rompe.
Napoli ha giocato 150 partite, segnando 9 reti.
Nel calciomercato dell’estate 93, Massimo Crippa passa al Parma per 9 miliardi di lire. I gialloblù stanno vivendo la loro stagione gloriosa, figlia della “finanza allegra“ dei Tanzi.
Con il Parma conquista la Supercoppa europea nella doppia finale contro il Milan. Crippa segna il secondo, decisivo, gol nei supplementari della partita di ritorno. Nella stagione successiva (1994-95) conquista la Coppa UEFA, in finale contro la Juventus. In campionato due secondi posti.
Nel 1998 torna al Torino, in serie B e centra la promozione in Serie A.
Il suo costante rendimento gli regala anche 17 presenze in Nazionale e la partecipazione a 2 Olimpiadi.
Il legame con Napoli è ancora molto forte: con Alemao, De Napoli e Fusi riuscivano a compensare, con il carattere, i limiti tecnici e questa caparbietà è stata molto apprezzata dai tifosi partenopei.