Torre del Greco. «Adesso voglio solo tornare a fare il chirurgo», aveva detto Ciro Borriello una volta lasciato il carcere di Poggioreale. Era il 21 agosto, l’ex sindaco di Torre del Greco aveva ottenuto – a 15 giorni dall’arresto per l’inchiesta sulla monnezza connection all’ombra del Vesuvio – il beneficio degli arresti domiciliari, così come i «re dei rifiuti» Antonio Balsamo e Massimo Balsamo. Il secondo mandato a palazzo Baronale era già un capitolo chiuso – le dimissioni presentate il 28 luglio erano diventate irrevocabili il 17 agosto – e il chirurgo plastico con la passione per la politica sognava solo di rimettere presto i piedi in sala operatoria.
Invece, Ciro Borriello dovrà aspettare. Perché il gip del tribunale di Torre Annunziata ha bocciato la prima istanza presentata dall’avvocato Giancarlo Panariello – il legale di fiducia del leader locale del centrodestra – per ottenere i necessari permessi per esercitare l’attività professionale senza violare gli obblighi di legge.
La smania di riprendere in fretta i ferri del mestiere in mano – a settembre il calendario di interventi programmati da Ciro Borriello risulta particolarmente fitto – non è andata di pari passo con la necessità di dimostrare l’effettivo bisogno di entrate economiche per provvedere alle spese quotidiane. Il gip del tribunale di Torre Annunziata, infatti, non ha definitivamente bocciato l’istanza per ottenere il permesso a lavorare bensì sottolineato «la mancanza di sufficiente documentazione atta a giustificare la necessità di riprendere l’attività professionale».
In pratica, la motivazione alla base del permesso, bisogna dimostrare come Ciro Borriello abbia effettivamente bisogno di soldi per il proprio mantenimento e per le proprie spese mensili.
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