Torre del Greco. Era il 2008, Napoli era sommersa dai rifiuti e i turisti arrivati da ogni parte del mondo per visitare le bellezze della Campania finirono per scattare migliaia di selfie con lo sfondo della monnezza accumulata in ogni angolo della città: fotografie poi puntualmente finite sulle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo. Sono passati dieci anni e adesso Torre del Greco rischia di ripetere la stessa figuraccia. Perché le inchieste e gli arresti eccellenti – in primis l’ex sindaco Ciro Borriello e i vertici della «ditta di casa» dei Fratelli Balsamo – non sono bastati per risolvere la crisi rifiuti all’ombra del Vesuvio: gli arrivi del consorzio Gema prima e del commissario straordinario Giacomo Barbato poi non si sono rivelati, al momento, decisivi per uscire dal tunnel. Anzi. La percentuale di raccolta differenziata è scesa ai minimi storici – a fine agosto toccata quota 11,7% – e le isole ecologiche presenti sul territorio sono costantemente ridotte al collasso.
Un degrado senza precedenti, al punto da catturare l’attenzione dei turisti richiamati in città dal vulcano più visitato al mondo. Così al passaggio degli autobus lungo via Tironi – strada obbligata per raggiungere il Vesuvio – la principale “attrazione” per macchine fotografiche e smartphone non è più la storica dimora del presidente Enrico De Nicola bensì la discarica spuntata all’interno dei giardini donati dal primo Capo dello Stato al Comune. Giardini in cui è stata realizzata un’isola ecologica – o stazione eco-punti, come amano dire i responsabili del settore ambiente per aggirare le rigide norme legate ai centri di raccolta dei rifiuti – costantemente ridotta a immondezzaio a cielo aperto. Uno scenario raccapricciante, immortalato in centinaia di scatti destinati a fare il giorno della rete e non solo. Anche perché se al posto di salire in direzione del Vesuvio qualche turista decide di fare una tappa in centro, lo “spettacolo” non cambia: ieri mattina, a titolo di esempio, la “stazione eco-punti” del parcheggio Bottazzi era ridotta in condizione mai viste in passato, al punto da costringere gli agenti di polizia municipale a circoscrivere buona parte dell’area con il nastro rosso e bianco. Un quadro potenzialmente esplosivo sotto il profilo igienico-sanitario, davanti a cui non si riesce a trovare una soluzione.
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