Bisognava indire una nuova selezione pubblica. Ma non c’è stato alcun concorso. L’incarico è semplicemente arrivato con un’ordinanza del sindaco che, appena rieletto, ha “riconfermato” il dirigente che aveva già nominato alcuni mesi prima. Un ruolo, quello ricoperto dal funzionario, che è regolato da durata sindacale. Ovvero: l’incarico vale per tutto il tempo in cui il sindaco è in carica. Ma l’iter che ha portato al “rinnovo” della posizione contrasta con la legge.
A dirlo, sulla nomina del dirigente del secondo dipartimento Alfonso Donadio fatta dal primo cittadino Giuseppe Cuomo, è il dipartimento della funzione pubblica della presidenza del consiglio dei ministri. Questo parere, chiesto dal segretario comunale Elena Inserra, è datato 31 maggio scorso, a due anni esatti dalla rielezione del primo cittadino. E rappresenta un caso delicato, spinoso, al vaglio del gruppo di opposizione dell’ex sindaco Marco Fiorentino il quale è pronto ad andare alla carica. In effetti il consigliere aveva già sollevato la querelle con un’interrogazione e in una riunione della commissione Trasparenza. Proprio come le associazioni Antonino Caponnetto, “I cittadini contro le mafie e la corruzione” e “Conta anche tu” che si sono rivolte già all’autorità giudiziaria ed erariale oltre che all’Anac.
L’argomento a stretto giro potrebbe nuovamente sbarcare in consiglio comunale. Motivo? Da quel parere non è stata attivata una nuova procedura pubblica come invece sancito da Roma.
Il quesito che il segretario Inserra aveva posto alla presidenza del consiglio era chiaro: un incarico ricoperto previa selezione pubblica può proseguire oltre il primo mandato elettivo del sindaco, soprattutto se viene rieletto? Il parere è perentorio: «Il conferimento dell’incarico deve essere preceduto dall’avvio di una nuova procedura pubblica che assicuri il rispetto dei principi di trasparenza, imparzialità e buona amministrazione come prescritta normativamente, diversamente si farebbe luogo a forme improprie di proroga o a rinnovi che si presentano come elusivi della norma imperativa». La vicenda venne affrontata anche dalla commissione trasparenza presieduta da Fiorentino alla quale prese parte la stessa segretaria comunale. Era aprile e il parere ancora doveva giungere. Anzi, Inserra inviò un sollecito a cui seguì la risposta adesso al centro del dibattito politico e al vaglio di Procura di Torre Annunziata, Corte dei Conti e Anac.