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Il piano Bassolino: Ulivo 2.0 con un comitato di saggi da Prodi a Bertinotti. E la poltrona da ministro
POLITICA
3 novembre 2017
Il piano Bassolino: Ulivo 2.0 con un comitato di saggi da Prodi a Bertinotti. E la poltrona da ministro
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Mdp gli offre la poltrona da senatore, ma Antonio Bassolino che poco prima di Napoli-Manchester City ha annunciato il suo addio al Pd, vuole mettere a segno ben altri gol. Candidandosi ad essere il leader dei “senzatetto della politica, da Prodi ai tanti cittadini che incontro per strada” per costruire “una casa comune del centrosinistra”. Il piano dell’ex sindaco e Governatore, padre fondatore di quel partito che l’ha messo in un angolo alle Primarie napoletane, è far sentire tutto il suo peso politico al Pd e al Governo.

Il piano di Bassolino

Come? Utilizzando quella che fu la strategia dell’Ulivo: mettere insieme diverse e tante forze politiche di sinistra, che alle elezioni avranno in mano una buona percentuale e consensi. Un’operazione guidata da una sorta di comitato dei saggi: Fausto Bertinotti, Giuliano Pisapia, Nicky Vendola e soprattutto Romano Prodi. Eccolo il progetto-visione di Bassolino che con la Fondazione Sudd nei mesi scorsi ha già dato il via a relazioni e discorsi di questo tipo. Farsi imbrigliare da un altro partito come Articolo 1 la ‘vecchia volpe’ sa bene che non è la mossa vincente. Serve altro, anche perché mira ad altro.

La poltrona da ministro

Più che ad una poltrona da senatore, ad una da ministro, magari del Lavoro come fu per una breve parentesi o alla Cultura, su cui tanto batte.”Ora continuerò a portare avanti le mie idee fuori dal Pd, cercando di dare una mano alla ricostruzione di un largo centrosinistra per scongiurare il serio rischio che il Paese paghi i danni dell’ ingovernabilità a cui va incontro a causa di questa brutta legge elettorale approvata con un voto fiducia” ha detto l’ex due volte sindaco nella diretta Fb di Repubblica. Non un caso che ci abbia tenuto a sottolineare  il mancato invito a Prodi alla festa dei 10 anni del Pd “un fatto grave. Noi non dobbiamo avere la testa all’indietro, l’Ulivo fa parte di una stagione passata, ma resta il metodo. Il tema dell’includere è giusto”. Così come non è un caso abbia rimarcato la sua “fiducia a Pisapia” e il fatto che “nel Paese ci sono tante altre forze esterne al Pd che possono dare contributo per cercare spostare voto dall’astensionismo alla politica”. Quelle forze che ha tutta l’intenzione di convogliare e guidare con la vecchia guardia e nuovi leader ‘indipendenti” da Renzi e dal Pd. Un partito diventato incapace di “avere un rapporto fisico con i cittadini, non solo social. Mi colpì molto, ad esempio, quando Beppe Grillo attraversò a nuoto lo Stretto di Messina: voleva dire ai siciliani, vengo ad abbracciarvi”.

Il tentativo maldestro di deMa

Mentre Roberto Fico lo critica “farebbe bene a uscire dalla politica”, il sindaco Luigi de Magistris gli apre le braccia “Noi siamo sempre per il dialogo anche con chi viene da campo avverso e rivede un po’ i propri giudizi e le proprie posizioni”. “Il dialogo è fatto di condivisione e critica senza la quale non si darebbe mano alla città” la risposta immediata di Bassolino, che di certo non si fa dettare condizioni da quel sindaco a cui dice spesso di fare il sindaco.

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