Una moglie e un figlio da sfamare e un lavoro atteso da tempo immemore, ma che non arriva mai. Un 59enne del rione Scanzano ha tentato il suicidio a causa dello stress per il disagio sociale in cui da anni è costretto a vivere e ha scelto un luogo simbolico per farla finita, il cortile di Palazzo Farnese, dove a suo dire risiedono i responsabili del suo stato di indigenza. La storia di G. D. R. è l’emblema della crisi lavorativa in cui Castellammare di Stabia è piombata da un decennio. Sono tanti infatti i padri di famiglia che elemosinano lavoretti saltuari per poter sbarcare il lunario e sfamare i propri figli in una città che ha visto sfiorire quel vasto patrimonio economico e industriale che ha costituito il fiore all’occhiello dell’intero territorio dal dopoguerra agli anni novanta. E così ieri mattina il 59enne residente in una casa popolare di Scanzano si è recato nei pressi del Comune inveendo contro i politici e ha poi tirato fuori un coltello da cucina tagliandosi le vene dei polsi davanti alla gente sconvolta per l’improvviso atto di follia che si stava consumando in Piazza Giovanni XXIII, nel cuore pulsante della città.
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