Riunione fiume e Congresso impantanato. Ancora nessuna anagrafe degli iscritti Pd. I componenti dell’Ufficio adesioni, presieduto da Nicola Foglia sono andati avanti ad oltranza a partire dalle dieci di mattina. Dopo oltre dieci ore di pochissime pause e tanti caffè – ma mai abbastanza per riprendersi dalle liti senza sosta tra le correnti renziane del partito locale -, non si è riusciti a ‘partorire’ alcuna platea per il Congresso. Troppi gli interessi in gioco per le Politiche, tanti i capibastoni renziani, pochi i posti da spartire soprattutto tra gli ex Dc, mentre gli ex Ds hanno più ragioni a rinviare un Congresso di conta che a tenerlo a fine mese. Saltate tutte le scadenze, in primis quella della presentazione delle liste per i candidati delegati da votare nei circoli. Se non c’è il numero degli iscritti, non c’è neanche il numero dei delegati da presentare e che potranno votare all’Assemblea provinciale. Insomma tutto fermo. Sul tavolo ricorsi e calcoli per avere ciascuna una percentuale ‘dignitosa’ da sbandierare poi come prova di forza al momento delle liste per il Parlamento. A perdere la pazienza ora è anche il garante nazionale, Alberto Losacco, senza anagrafe non si fa nulla. Non si approva neanche il regolamento del Congresso. Insomma il commissario sembra ormai dietro l’angolo.
La figuraccia e la Leopolda
Se dovesse essere questo l’epilogo per i dirigenti locali sarebbe la fine. Una figuraccia colossale dopo che il segretario nazionale, Matteo Renzi ha scelto Napoli per lanciare la Conferenza programmatica per ripartire dopo la batosta al Referendum presa al Sud, per ridare smalto dopo gli scandali da Castellammare a Miano durante le Primarie e ridare smalto al partito locale arrivato ai minimi storici e sconfitto alle amministrative. Mentre il Pd napoletano è fermo, l’ex premier continua la sua corsa e annuncia l’ottava edizione della Leopolda, L8 per gli amici che si terrà dal 25 al 26 novembre. “Sarà più simile a quella delle origini, anche perché quest’anno non ho più in prima persona la responsabilità del Governo e quindi potremo scatenarci di più. Ci divertiremo, c’è un sacco di lavoro ancora da fare. Avanti insieme” posta su Fb.
Da Pisapia a Di Lello
Intanto continua a tenere banco l’addio al Pd di Antonio Bassolino. “Sono dispiaciuto che Bassolino abbia deciso di non rinnovare la tessera del Pd, ritengo che questa decisione sia dettata non solo da dissensi politici, ma anche da una distanza emotiva” ha commentato il candidato alla segreteria provinciale, sostenuto dagli ex Ds, Nicola Oddati. “Tuttavia – ha aggiunto – ritengo sia una scelta coerente con il percorso da lui compiuto nell’ultimo anno. Antonio dichiara di voler svolgere una funzione nel campo più largo della sinistra, ma infondo questa soluzione, di cerniera tra diverse anime della sinistra, ha caratterizzato l’intera sua vicenda politica”. Intanto si avvicina l’iniziativa “Diversa, una proposta per l’Italia” in programma domenica 12 novembre al teatro Garden di Roma con Giuliano Pisapia a cui Bassolino guarda con interesse. Parte la sfida di Campo progressista per le prossime elezioni politiche. “Verificheremo fino in fondo la possibilità di costruire un centrosinistra largo che coinvolga forze politiche – ex Sel, Verdi e Centro Democratico – ed i civici. Siamo stati sempre coerenti e, come ha ricordato Pisapia, in questi mesi abbiamo incontrato tutti quelli che erano interessati alla costruzione del nuovo centrosinistra. Purtroppo abbiamo riscontro delle divisioni all’interno di Articolo Uno. L’apertura fatta da Renzi è buona ma non sufficiente: dobbiamo verificare se ci sono realmente le condizioni per unire” ha commentato Michele Ragosta, deputato di Articolo Uno-Mdp. Sempre ieri e dall’altra parte della barricata, l’assemblea dei socialdem a Napoli. “Renzi ha accettato di superare l’idea di autosufficienza del Pd – ha detto il deputato Pd, Marco Di Lello – ora sta a quanti a sinistra hanno a cuore le sorti del Paese, superare i risentimenti personali per far prevalere il tanto che ci unisce” ha detto il deputato Pd, Marco Di Lello chiedendo a Renzi di convocare subito un incontro. “Noi socialisti siamo gli ultimi ad essere entrati nel Pd, troverei paradossale che personalità che lo hanno fondato facessero campagna elettorale per far perdere il Pd ed il centrosinistra”.