Niente sconti a Catello Romano, killer del consigliere comunale Gino Tommasino ucciso dal clan D’Alessandro il 3 febbraio 2009, delitto per cui ha già incassato in via definitiva 30 annidi reclusione.
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso con cui il suo difensore, l’avvocato Francesco Schettino, aveva chiesto il riconoscimento della continuazione dei reati con un altro delitto: quello di Aldo Vuolo, il narcotrafficante ucciso alla Caperrina poco più di un mese dopo dall’omicidio del politico. Diventa così definitiva la condanna a 22 anni emessa nel maggio 2016 dalla seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Napoli (presidente Elvi Capecelatro) con cui i giudici riformarono la sentenza a trent’anni incassata in primo grado. Due sentenze definitive, dunque, entrambe per omicidio volontario aggravato dalla modalità camorristica per il più giovane e unico mai pentito del commando di fuoco del clan D’Alessandro che tra il 2008 e il 2010 insanguinò le strade di Castellammare: 30 anni per Tommasino, 22 per Vuolo.