Gioacchino Alfano, coordinatore regionale Ap in Campania e sottosegretario alla difesa, in Sicilia è andata malissimo. Come andrà alle prossime Politiche?
«Prima di parlare di trattative elettorali, voglio denunciare uno scandalo insopportabile e chiedo alla Procura di avviare un’indagine su tutto il territorio di Napoli e provincia».
Ci spieghi
«Ci sono sindaci, consiglieri regionali e deputati che sfilano sulle emergenze e sui disastri. Invece di esercitare il loro ruolo istituzionale ed attivarsi per inviare forze e mezzi, fanno passerelle e fanno credere ai cittadini che i soccorsi arrivano solo perché loro allertano i propri referenti. Per loro volere, insomma».
A chi si riferisce?
«E’ successo per il disastro degli incendi estivi. Ed è accaduto per le frane e gli smottamenti degli ultimi giorni. Politici pagliacci e approfittatori».
Ma cosa c’entra la Procura?
«Sindaci, consiglieri e parlamentari fanno credere ai cittadini di avere le leve giuste per far intervenire il Governo o da chi ha la delega alla sicurezza ad avere per primi aiuti sui territori. Facendo passare il messaggio che ci sia una discrezionalità nei soccorsi. Questo non deve accadere in un Paese civile. Solo i tecnici stabiliscono le priorità e se un canadair o degli uomini della Protezione civile devono andare in un posto, piuttosto che in un altro. E ai politici che adottano questi comportamenti dico di stare attenti: stanno collezionando reati su reati».
Veniamo alle alleanze. Il coordinatore regionale di Fi, Domenico De Siano in un’intervista a Metropolis vi tende una mano. Dice: “Possono rientrare a patto che restino fermi un turno”. Cioè niente candidature.
«E dove sta la mano tesa? Qui dobbiamo combattere contro il populismo e l’astensionismo e Fi invece di fare ragionamenti di inclusione, detta condizioni per escludere. A che titolo?”
Dovete espiare la colpa di aver abbracciato il Pd.
«Allora mettiamo le cose in chiaro: Alfano non prende lezioni da De Siano o chicchesia. Se l’approccio è questo non si va da nessuna parte. I criteri si stabiliscono insieme, se i loro sono ‘buoni e cattivi’, noi allora ne poniamo altri, ovvero candidati onesti e del territorio, allora vediamo cosa succede. Siamo disponibili al dialogo, ma qui già si detta legge e a questo punto si alleassero con la Lega, noi andiamo avanti da soli».
Vi accusano di incoerenza: è questo secondo De Siano il motivo per cui gli elettori vi hanno punito.
«E’ esattamente il contrario, in Sicilia siamo stati coerenti pur sapendo non convenisse. Prendiamo atto della sconfitta e degli errori del passato, ma ricordo che noi abbiamo sostenuto il Governo perché avevamo una missione: impedire che il Paese finisse nel baratro».
E’ pentito?
«Sono amaramente pentito di una sola cosa: aver sostenuto Stefano Caldoro. Allora facemmo un accordo regionale-elettorale, prendendo due seggi e il 5,8%. Perse le elezioni non hanno costruito un’opposizione dove eravamo paritetici ed invece di mettere in campo un programma regionale hanno cominciato a sparare sul governo, sul Pd, mentre io ero lì. Il populismo aumenta perché non siamo credibili».
Credibilità a parte, Ap è appetibile o sta scomparendo a causa delle fughe verso Fi?
«Sto girando tutta la Campania e registro adesioni, non fughe. Del resto qui il partito è molto presente e vitale. Forza Italia continua il reclutamento con gli approcci a Foglia e Milanese. Ma molti vogliono candidarsi con noi perché hanno capito che le altre forze li stanno solo prendendo in giro».
Come andrà l’assemblea nazionale di Ap?
«Sarà un momento importante si deciderà il programma, le priorità, se e con chi allearci. Certo stare con Berlusconi o con Renzi è più semplice, ma se non ci sono le condizioni, continueremo da soli, anche se è dura. Non facciamo coalizioni solo per vincere: se restiamo a casa, pazienza».