Dagli istituti di credito agli organi di controllo, non cambia la «musica» per i risparmiatori della Deiulemar compagnia di navigazione: a ogni udienza, un nuovo rinvio. Un interminabile calvario ora allungato dallo slittamento della causa intentata a Consob e Kpmg, in teoria incaricati di vigilare ogni anno sul bilancio della cosiddetta «Parmalat del Mare».
Il conflitto sulla competenza
Come già accaduto per tutte le banche legate a doppio filo all’ex colosso economico di via Tironi, i legali degli organi di controllo hanno sollevato la questione della competenza per materia: «La vicenda non deve essere trattata dal tribunale di Torre Annunziata bensì dal tribunale delle imprese di Napoli», l’obiezione sollevata in aula. Un’obiezione su cui il giudice Valentina Vitulano scioglierà la riserva solo a maggio del 2018. Ovvero, esattamente a sei anni di distanza dal fallimento da 800 milioni di euro della Deiulemar compagnia di navigazione: sei anni solo per stabilire a chi toccherà decidere in merito a eventuali responsabilità da parte della commissione nazionale per le società e la borsa e di una delle «big fuor» in materia di revisione e organizzazione contabile.
Il pericoloso precedente
La Consob e la Kpmg furono trascinati in aula già all’indomani del «grande crac» capace di inguaiare la bellezza di 13.000 famiglie di obbligazionisti. E il primo verdetto firmato a marzo del 2013 proprio dal giudice Valentina Vitulano – relativo alla richiesta di sequestro conservativo agli eredi del capitano Michele Iuliano – non è incoraggiante per i risparmiatori: in calce all’ordinanza con cui venne rigettata la richiesta avanzata da circa 500 creditori, il magistrato evidenziò come «riguardo alla pretesa responsabilità dei sindaci e delle società di revisione cui è contestato di avere cooperato con l’illecito inadempimento dell’amministratore unico» la mancata sussistenza del fumus farebbe venire meno «l’utilità di indagare ulteriormente sulle colpe degli organi di controllo esterni e interni». In pratica, prima il collegio dei sindaci e poi la Consob e la Kpmg e la Consob non avrebbero avuto – in base alla valutazione limitata alla fase sommaria in esame all’epoca – particolari responsabilità sul fallimento della Deiulemar compagnia di navigazione.