Torre del Greco. Stringe tra le mani le due delibere con cui, in pratica, si sancisce l’aumento di circa 1,2 milioni di euro del costo del servizio di smaltimento dei rifiuti: «Un costo destinato a ricadere interamente sulle tasche dei cittadini», sottolinea senza nascondere una smorfia di rabbia. Del resto proprio sulla spazzatura Ciro Borriello – sindaco di Torre del Greco prima tra il 2007 e il 2012 e poi tra il 2014 e il 2017 – ha pagato il prezzo più caro della sua lunga carriera politica, finendo prima in carcere e poi agli arresti domiciliari per presunti favori alla ditta incaricata del servizio Nu. «Ho sempre sostenuto come durante i tre anni in cui ho guidato l’ultima amministrazione comunale – spiega l’ex primo cittadino -, il costo complessivo del servizio è calato di circa 3 milioni di euro».
Perciò leggere la delibera firmata dal commissario straordinario Giacomo Barbato lo scorso 15 novembre in relazione alla Tari e confrontarla con il provvedimento licenziato dalla sua giunta il 23 febbraio del 2017 è stato un colpo al cuore: «Non credevo ai miei occhi, quando ho visto il costo complessivo schizzato a 13,1 milioni quando con la nostra ultima delibera si attestava intorno agli 11,9 milioni. E tutto in soli 9 mesi». Per la precisione il costo presente nella delibera del traghettatore del Comune è di 13.079.008 rispetto agli 11.895.594 di febbraio 2017, quando alla guida della città c’era il sindaco Ciro Borriello, poi pronto a presentare le sue dimissioni e finito in carcere proprio per una vicenda legata alla questione-spazzatura.
L’ex sindaco analizza i numeri, prova a fare qualche telefonata. E ogni pagina, ogni squillo è una implicita conferma: in particolare a gravare sulla lievitazione dei costi è l’aumento della quota di indifferenziata registrata negli ultimi mesi, un aumento capace di fare precipitare Torre del Greco ai minimi storici di differenziata. «Dopo che per anni siamo rimasti a ridosso del 50% – evidenzia il chirurgo plastico con la passione per la politica – In questo breve lasso di tempo, infatti, i costi di raccolta e trasporto relativi ai rifiuti indifferenziati sono cresciuti di 130.000 euro. Non solo: la spesa per il trattamento e lo smaltimento è lievitata di 1,3 milioni».
Quote che hanno fatto schizzare in avanti i cosiddetti «costi variabili» da 9 a 10,12 milioni di euro. E un costo più alto si traduce in un aumento delle spese da sostenere per ogni singolo cittadino, costretto a coprire per intero il prezzo pagato per provare a tenere la città pulita. Così, passando all’analisi delle singole aliquote relative alla Tari 2018, il primo dato a balzare all’occhio è un aumento generalizzato: «Per le utenze domestiche si segnala una crescita dei costi per ogni categoria, seppure di lieve entità. Ma nei nostri tre anni questo costo era sempre sceso», ricorda Ciro Borriello. A pagare le conseguenze più gravi saranno i titolari di attività commerciali, in particolare ristoratori e pizzaioli: «Per loro – sentenzia l’ex primo cittadino – la tariffa Tari 2018 risulterà praticamente il doppio rispetto all’anno in corso». Una mazzata per centinaia di attività, una volta fiore all’occhiello della nostra economia e oggi alle prese con una crisi senza precedenti: «Ho provato a informarmi – sottolinea Ciro Borriello – Mi è stato riferito che dal 2018 verranno a mancare le agevolazioni che il Governo aveva previsto per alcuni anni. Allora mi chiedo, fermo restando il deciso aumento del costo complessivo del servizio, questo rincaro non sarebbe stato più giusto “spalmarlo” su tutti gli utenti? In questo modo si sarebbero creati maggiore malcontenti ma non si sarebbe vessata la categoria dei ristoratori, già seriamente compromessa dalla crisi».
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