Torre del Greco. Al termine dell’ennesima lite consumata tra le quattro mura di casa – una modesta abitazione della zona porto – aveva provato a «fare pace» con la moglie con una serie di avances particolarmente spinte. Incurante della presenza dei figli, L.P. – marittimo di 52 anni – aveva spinto la donna contro il lavello della cucina e aveva cominciato a palpeggiare i suoi seni. Un approccio decisamente «diretto e crudo» pagato con una condanna a due anni e due mesi di reclusione.
Il rito abbreviato
A scrivere la parola fine alla vicenda giudiziaria aperta dall’arresto scattato a ottobre del 2016 è stato il gup Emma Aufieri del tribunale di Torre Annunziata, davanti a cui l’uomo – assistito dall’avvocato Maurizio Toscano e dall’avvocato Vincenzo De Lucia – è comparso per rispondere delle accuse di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali ai figli. Capi d’accusa scattati all’indomani della denuncia presentata dalla donna, pronta a raccontare ai carabinieri l’inferno vissuto tra il mese di luglio e il mese di agosto. Quando i «bollori» di L.P. – già condannato in un diverso procedimento a sette anni di carcere, sempre per violenza sessuale nei confronti della donna – esplosero in varie occasioni. In un primo momento a fare le spese della furia dell’uomo erano stati i tre figli, di cui uno minorenne. Poi le «attenzioni» del marittimo si spostarono sulla moglie, costretta – secondo la denuncia della donna – a subire vere e proprie violenze sessuali.
L’arresto e i domiciliari
Così, a ottobre del 2016, L.P. fu arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare e finì dietro le sbarre del carcere di Poggioreale. Dopo otto mesi, a giugno del 2017, il tribunale del Riesame di Napoli – accogliendo l’istanza presentata dai legali del cinquantaduenne – dispose gli arresti domiciliari. Ora la nuova condanna, sostanzialmente mite – il pubblico ministero aveva invocato una pena di tre anni e quattro mesi – rispetto alle ipotesi di reato: L.P. è stato, infatti, assolto dall’accusa di maltrattamenti in famiglia – contestati a partire dal 2005 al 2016 – mentre si è visto infliggere due anni e due mesi per le lesioni ai figli e le carezze «hot» alla moglie.