Le lancette dell’orologio segnano le 2.45 di sabato 30 dicembre. Una bomba esplode davanti all’agenzia delle onoranze funebri «Fratelli Vitiello» in pieno centro, a Corso Umberto I. La detonazione distrugge persino i mattoni e i gradini di marmo e devasta l’interno della sede fronte strada. Quello che più inquienta, però, è che chi ha piazzato l’ordigno ha tentato di ammazzare i becchini. Una trappola che solo per miracolo non è sfociata in strage.
Il cellulare squilla nella notte, una voce dall’altra parte chiede aiuto: «c’è una persona deceduta, abbiamo necessità di organizzare subito il funerale». Due dipendenti dell’agenzia arrivano in sede e attendono la persona che ha lasciato un contatto telefonico per qualsiasi evenienza. Nessuno si presenta nella sede di Corso Umberto I, tra via Maresca e via Fusco e nemmeno risponde al numero che uno dei due dipendenti ha appuntato. I due decidono di andare via e si chiudono alle spalle la porta di alluminio. Il tempo di sedersi in auto e il boato squarcia il silenzio della notte. Fumo e odore acre: la sede dei «Fratelli Vitiello» è praticamente distrutta.