Sono arrivati al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare a meno di dieci ore di distanza: la prima intorno alle tre di notte, il secondo a pochi minuti da mezzogiorno. Entrambi con sintomi – febbre alta e insolità rigidità al collo -capaci di insospettire immediatamente medici e operatori sanitari in servizio al nosocomio della città delle acque. Sospetta meningite, la prima diagnosi dei camici bianchi. Una diagnosi capace di fare scattare un nuovo incubo all’ombra del Vesuvio, dove – già a cavallo tra il febbraio del 2017 e il marzo del 2017 – furono registrati vari campanelli d’allarme.
A dare il via al week end da incubo sull’asse Torre del Greco-Castellammare, la corsa dei familiari di A.R. al pronto soccorso dell’ospedale Agostino Maresca: l’anziana di 79 anni è stata sottoposta ai primi accertamenti del caso prima di essere trasferita – visto il preoccupante quadro clinico della paziente – al San Leonardo di Castellammare. Dove la donna è stata sottoposta a un prelievo del sangue che avrebbe evidenziato un’alta concentrazione di globuli bianchi: i risultati dei test eseguiti in corsia hanno convinto i sanitari del nosocomio di viale Europa a disporre il trasferimento dell’anziana all’ospedale Cotugno di Napoli: «Sospetta meningite», la diagnosi dei camici bianchi. Una diagnosi confermata all’arrivo di A.R. presso il presidio sanitario di via Gaetano Quagliariello: i dubbi sulla natura dell’infezione – al momento del trasferimento della settantottenne non era stato accertato se si trattasse di meningite virale o batterica – avrebbero richiesto un adeguato e urgente intervento di “pulizia” dei locali.
Neanche il tempo di procedere con il protocollo di routine e all’ospedale San Leonardo – sempre proveniente da Torre del Greco – si è presentato un secondo caso di sospetta meningite: L.I. di 56 anni è stato sottoposto a un consulto neurologico, ma poi è stato lasciato per diverse ore su una barella tra le proteste degli operatori sanitari per l’eventuale rischio-contagio. «In casi del genere non c’è da essere preoccupati – sottolineano alcuni lavoratori della struttura sanitaria – perché la sospetta meningite è stata immediatamente diagnosticata e tutto il personale entrato in contatto con il paziente ha agito con le dovute precauzioni, a partire da guanti e mascherine». Il cinquantaseienne è poi stato, comunque, trasferito all’ospedale Cotugno di Napoli per ulteriori accertamenti.